MIRANDOLA – Un ordine del giorno contro l’odio e il razzismo. Lo propone al Consiglio comunale di Mirandola, la civica Più Mirandola, e l’auspicio è che davanti a una mozione del genere non ci siano distinguo al momento del voto.
Scrive il consigliere comunale Giorgio Siena
La proposta della senatrice Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, di istituire una commissione contro l’odio e la discriminazione razziale non ha trovato il sostegno di Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia. Dopo il voto in Parlamento le reazioni ostili contro la persona di Liliana Segre hanno indotto le autorità ad attivare una protezione per la senatrice.
Nei giorni successivi il segretario cittadino della Lega-Salvini a Lecce, Riccardo Rodelli, contestando la nomina della senatrice a capo della Commissione ha definito Liliana Segre «la Mrs. Doubtfire di palazzo Madama». «Una nonnetta» usata come «avanguardia e maschera», un personaggio «che non può essere attaccato, una vecchietta ben educata, reduce dai campi di concentramento, mai eletta».
E poco conta se di fronte alla insostenibilità della irrisione e della volgarità verso la sofferenza patita e da lei rappresentata, come in altri tempi tristemente noti, lo stesso si sia dimesso dal ruolo di segretario della Lega. Ancora una volta si offende lo spirito costituzionale per poi sminuire, giustificare, o con tardive dimissioni.
Qualche giorno dopo nello stadio di Verona va in scena il solito rituale a tutti noto di odio mascherato nell’evento sportivo. Il consigliere comunale veronese Andrea Bacciga assieme ad altri 5 indomiti invita a ” diffidare legalmente il calciatore Mario Balotelli e tutti coloro che attaccano Verona diffamandola ingiustamente”.
Gli fa eco il capo ultrà del Verona Castellini: “Balotelli è italiano perché ha la cittadinanza italiana, ma non potrà mai essere del tutto italiano”. “Ce l’abbiamo anche noi un negro in squadra, che ha segnato ieri, e tutta Verona gli ha battuto le mani”. “Ci sono problemi a dire la parola negro?”, “Mi viene a prendere la Commissione Segre perché chiamo uno negro? Mi vengono a suonare il campanello?”.
Dichiarazioni simili con manifesto delirio di frustrazione e odio esplicito sono sempre più frequenti non solo negli stadi, ma anche sui social e nelle piazze.
Gli stadi, come i social, sono sempre più un incubatore di intolleranza e razzismo verso cui vi è impotenza o sottaciuta accettazione.Tutto ciò serve a dimostrare, riprendendo le parole di Liliana Segre, che:
- Davanti a una mozione che propone l’istituzione di una commissione contro l’odio non ci possono essere dei distinguo.
- E’ compito del Parlamento agire con norme che tutelino e facciano rispettare lo spirito e i valori della Costituzione;
- La violenza verbale e l’odio presente, e spesso organizzato, sui social richiedono un’azione di tutela e di controllo attraverso l’adozione di strumenti adeguati;
- La lotta politica, essenziale per la democrazia, non può avvalersi di azioni vili, scorrette e lesive dei dritti universali della persona.