Banca Unicredit taglia 8 mila posti di lavoro e chiude 500 filiali. «Il piano rappresenta uno schiaffo ai lavoratori che con i loro sacrifici hanno consentito alla banca di superare i momenti difficili che si sono succeduti negli ultimi anni – afferma il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani – La logica dell’ad di Unicredit Jean Pierre Mustier si conferma orientata esclusivamente alla creazione di valore per gli azionisti.
A fronte di 8 mila esuberi in Europa occidentale, la maggior parte dei quali concentrati in Italia, cui si accompagnerà la chiusura di 500 sportelli complessivi, il piano prevede che nell’arco di tre anni verranno distribuiti agli azionisti circa 8 miliardi di euro, tra cedole e riacquisto di azioni, di cui 6 miliardi rappresentati da dividendi in contanti e 2 miliardi da riacquisto di azioni proprie.
Quello che si delinea – aggiunge il leader dei bancari della Cisl – è un colpo durissimo al lavoro a esclusivo vantaggio del capitale, altro che la responsabilità sociale di cui parla Mustier».
Per Colombani è la dimostrazione che «l’unica logica che muove il gruppo è quella del taglio dei costi. Lo avevamo già capito quando sono state cedute Pekao, Pioneer e Fineco: per Mustier fare ricavi è secondario. Unicredit non pensi che i sindacati accettino una nuova ondata di esuberi: faremo una battaglia durissima», conclude il segretario generale di First Cisl.