FINALE EMILIA – “Il settore agricolo è per noi strategico. Quelli coltivati nel territorio di Finale Emilia sono prodotti di massima qualità, il nostro territorio è quindi incompatibile con la presenza di discariche che, tra le altre cose, hanno problematiche legate all’inquinamento. E il sequestro ne è la dimostrazione”. Così il sindaco di Finale Emilia Sandro Palazzi sul tema della discarica e delle minacce per l’agricoltura circostante.
“Proseguiamo – dice Palazzi in una nota – convintamente sulla strada del ricorso, sempre più certi della pericolosità di una discarica sul nostro territorio. Sono pronto a incontrare agricoltori e associazioni di categoria per discutere la situazione”.
Sulla discarica è intervenuto anche il senatore leghista Gian Marco Centinaio, ex ministro delle Politiche Agricole. “La presenza della discarica di Finale Emilia, sottoposta a sequestro preventivo, mette a rischio alcune coltivazioni. Risultato: le aziende che investono nella produzione ad alta qualità potrebbero investire altrove”, si legge in una nota.
“Il tema ambientale – aggiunge Centinaio – non va sottovalutato, perché rischiamo di perdere attività e posti di lavoro. L’Emilia-Romagna è una terra straordinaria, ma senza una chiara tutela del territorio e un piano regionale di bonifica è in pericolo. Basti pensare al caso della discarica di Finale Emilia. Per colpa del Pd quella zona rischia di perdere attrattività: alcune coltivazioni di qualità sono incompatibili con una discarica”.
Intanto non si ferma il botta e risposta tra Lega e Pd sui rifiuti in Emilia-Romagna. Il presidente uscente e in corsa per il bis Stefano Bonaccini ha così replicato alle accuse di Borgonzoni e Salvini:
Prima hanno definito l’Emilia-Romagna “pattumiera d’Italia”, poi hanno sparato numeri in libertà sui siti contaminati. Ancora una volta, la realtà viene stravolta per sfregiare la nostra regione.
È quindi il caso di riportare fatti veri per sbugiardare chi sta dando letteralmente i numeri.
Secondo il Rapporto Ispra 2018, in Italia sono aperti oltre 16mila siti contaminati, con procedimenti in corso, la cui bonifica è un tema nazionale, col quale devono fare i conti tutte le Regioni:
– in Lombardia ci sono 914 siti contaminati e sono circa 900 quelli potenzialmente contaminati (numeri aggiornati all’aprile 2019 e presenti sul sito istituzionale della Regione);
– in Piemonte si registrano 839 procedimenti attivi: 499 siti contaminati e 340 potenzialmente contaminati (all’1 marzo 2019);
– in Veneto i siti contaminati sono 614 (al maggio 2018);
– in Emilia-Romagna i siti inquinati in procedura attiva sono 519, non 847 come dicono Borgonzoni e Salvini, che mescolano i numeri delle bonifiche in corso con quelle chiuse (o per malafede o perché non sanno neppure di cosa stanno parlando).
Borgonzoni e Salvini non sanno neppure che il Governo di cui facevano parte fino a pochi mesi fa ha stanziato appena 20 milioni di euro per tutto il Paese per affrontare il problema…
L’Emilia-Romagna, contrariamente a quanto affermano improvvidamente i due, non ha alcuna procedura di infrazione europea aperta, è autosufficiente nella gestione dei rifiuti, la raccolta differenziata supera il 70% ed è la sola regione che conferisce in discarica il 3% dei rifiuti, già sotto la soglia del 10% che l’Unione europea chiede per il 2035.
Definire pattumiera d’Italia una regione virtuosa che si vorrebbe addirittura “conquistare” denota solo disprezzo per questa terra, irresponsabilità istituzionale e nessuna conoscenza dei fatti e dei numeri. L’Emilia-Romagna non è perfetta e tante cose vanno migliorate: per farlo bisogna però rispettarla e conoscerla.