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Quattro milioni di euro nel nuovo bando regionale a favore di negozi, bar e ristoranti

da | Dic 2, 2019 | In Primo Piano, Mirandola, Expo | 0 commenti

Quattro milioni di euro nel nuovo bando regionale a favore di negozi, bar e ristoranti. E’ la nuova misura a sostegno del commercio che peraltro, per la prima volta, prevede che vengano erogati contributi diretti agli operatori commerciali.

Bar, ristoranti, negozi piccoli e grandi e commercio su aree pubbliche al centro delle politiche della Regione per favorire il settore e sostenere chi lavora dietro al bancone e nei mercati. Attraverso la valorizzazione dei centri commerciali naturali nelle città, la qualificazione degli esercizi per migliorarne attrattività e competitività, l’innovazione digitale e un più facile accesso al credito. Passa principalmente da questi canali l’azione della Regione per sostenere il comparto del commercio e dare nuova energia a un settore strategico per le città e le comunità dell’Emilia-Romagna.
Se ne è parlato nei giorni scorsi a Bologna con operatori e associazioni al convegno “Il futuro del commercio” organizzato dalla Regione in collaborazione con Art-ER, la società regionale per la crescita e l’innovazione.
Degli oltre 72 mila esercizi commerciali dell‘Emilia-Romagna, al 31 dicembre 2018, 65 mila sono esercizi di vicinato (negozi con superficie inferiore ai 150 mq), 4950 i minimarket, 2325 i supermercati e 131 i megastore. La spesa media mensile per consumi delle famiglie nel 2018 è stata di 2900 euro, dato significativamente al di sopra di quello nazionale. Il commercio al dettaglio in sede fissa vale il 3,3% dell’economia regionale e il 6,8% dell’occupazione totale, mentre dettaglio più ingrosso valgono l’11,1% del totale regionale e il 14,3% degli occupati. Nell’arco dell’ultimo decennio sia il commercio totale (ingrosso più dettaglio), sia il commercio al dettaglio in sede fissa in termini occupazionali hanno recuperato il numero degli addetti del pre-crisi, riacquistando terreno rispetto all’economia complessiva regionale.

“Sappiamo bene l’importanza che ha il commercio per lo sviluppo del territorio regionale- ha affermato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, aprendo i lavori- tanto che in questa legislatura abbiamo stanziato oltre 29 milioni di euro per sostenere e qualificare la rete commerciale, distributiva e dei servizi”. “Le nostre azioni per migliorare e promuovere le aree del commercio- ha spiegato Bonaccini- hanno seguito diverse direzioni con l’obiettivo comune di sostenere negozi e pubblici esercizi, spesso punti di riferimento per l’identità delle nostre città, per rilanciare consumi, offrire sicurezza e luci accese in ogni strada. Ogni vetrina spenta è infatti un pezzetto di comunità in meno. Il nostro impegno resta dunque quello di aiutare gli esercenti attraverso nuovi strumenti e incentivi per difendere il loro lavoro a beneficio di tutti i cittadini”.

Un provvedimento inedito nel nuovo bando regionale da 4 milioni di euro con contributi diretti agli operatori

L’incontro di oggi è stato anche l’occasione per presentare un nuovo bando regionale a favore di negozi, bar e ristoranti.

“Per la prima volta- ha spiegato l’assessore regionale al Turismo e commercio Andrea Corsini-, grazie a un primo intervento di riforma della principale legge regionale di settore, la 41/1997, incentiviamo la qualificazione e l’innovazione degli esercizi commerciali e dei pubblici esercizi attraverso contributi diretti agli operatori commerciali”.

Il finanziamento di 4 milioni di euro, di cui 2 milioni di risorse Por-Fesr nel 2020 e 2 milioni di risorse regionali nel 2021, previsto dal bando in approvazione questa settimana, consentirà contributi per la riqualificazione e l’ammodernamento delle strutture in cui si esercitano attività di commercio al dettaglio in sede fissa come gli esercizi di vicinato, bar, ristoranti e pubblici esercizi in genere, anche per l’ampliamento di nuovi servizi o prodotti. Si tratta di contributi a fondo perduto, per un massimo di 30 mila euro, per il 40% della spesa ammessa per piccole imprese con massimo 40 addetti. La percentuale di contributo è elevata fino al 55%, nel caso di imprese femminili o giovanili, o imprese che si trovano in aree montane o svantaggiate. Un’altra novità di questo bando è che si prevede di elevare il contributo massimo di un altro 10% per progetti presentati da imprese che esercitano la loro attività in immobili in affitto con contratti regolarmente registrati.

“A questo primo intervento- ha aggiunto Corsini– si intende dar seguito nella prossima legislatura, con una più profonda riforma delle norme regionali del commercio, agendo su diversi fronti: la semplificazione delle regole, le politiche attive e di incentivazione per lo sviluppo e l’innovazione delle attività commerciali e la promozione”.
“Sul tema delle regole- ha concluso l’assessore al commercio- vogliamo giungere, dopo un confronto con le associazioni di categoria del settore, al codice unico del commercio, che oltre a sistematizzare le norme regionali in materia, regolamenterà, per quanto di competenza regionale, anche fenomeni più recenti quali quello degli outlet.Con l’obiettivo di rendere gliesercizi commerciali più competitivi anche di fronte ai fenomeni emergenti come il commercio on line e i cambiamenti degli stili di acquisto dei consumatori, attraverso politiche di marketing che facciano delle nostre vie e piazza il centro vitale delle comunità”.
“Azioni sono previste anche per il commercio su aree pubbliche– chiude Corsini – portando avanti innovazioni normative volte a favorire una maggiore “qualificazione” dei mercati, ma anche mettendo in campo incentivi. Per questo importante momento di riforma sarà avviato un tavolo, a partire dal coinvolgimento delle Associazioni di categoria del settore, rilanciando anche le funzioni dell’Osservatorio del commercio. Pronti per avviare nel 2020 gli Stati Generali del Commercio”.

Gli interventi di Roberto Righetti direttore di Art-Er, Marco Leoni di Emilia-Romagna Incoming e Marco Pasi di Confesercenti, hanno approfondito l’analisi del settore in Emilia-Romagna. Sulla qualità e l’attrattività degli esercizi commerciali nei contesti urbani e sulla qualificazione del commercio su aree pubbliche sono intervenuti i presidenti regionali di Confcommercio Enrico Postacchini e di Confesercenti Dario Domenichini.

Il commercio al dettaglio in cifre

Nel decennio 2009/2019, anche in Emilia-Romagna, sia pure in maniera minore rispetto al contesto nazionale, il settore del commercio ha risentito degli effetti negativi della crisi, legata sia al calo dei consumi interni a livello nazionale sia alle modificazioni degli stili di acquisto e all’avvento dei grandi operatori del mercato on-line che operano a livello globale. Il settore ha visto un ridimensionamento dei propri numeri, soprattutto con riferimento agli esercizi di vicinato, ovvero i piccoli esercizi commerciali tradizionali, che rivestono un ruolo fondamentale, per lo sviluppo economico e sociale delle città e per l’attrattività turistica dei territori e dei centri storici in particolare. Dai dati della ricerca di Art-ER, emerge che le unità locali di commercio in sede fissa nel 2017 erano 53.865 per 149.266 addetti, valori sostanzialmente in linea con quelli pre-crisi (2008).
Anche il commercio su aree pubbliche, che con 730 mercati8.620 imprese e 13.026 addetti rappresenta ancora una parte importante del commercio al dettaglio, sta attraversando un periodo di difficoltà, aggravato anche all’incertezza creata dalla ormai famosa direttiva Bolkenstein, sulle concessioni dei posteggi, su cui la Regione è intervenuta portando avanti, attraverso i bandi pubblici, il rinnovo delle concessioni. In controtendenza il settore dei pubblici esercizi, che fino ad ora ha visto un’espansione soprattutto grazie all’incremento dei flussi turistici, seppure con una leggera flessione nell’ultimo anno.

Le strategie della Regione a sostegno del settore

Diverse le azioni messe in campo in questa legislatura dalla Regione per aiutare il settore a recuperare terreno dopo la grande crisi economica del 2008 a partire dalla valorizzazione dei centri commerciali naturali storici e urbani e dalla qualificazione delle aree dei mercati. Nel periodo 2015-2018 sono stati finanziati progetti di marketing del territorio e investimento realizzati dagli Enti locali con un contributo di 7,6 milioni di euro. La promozione delle aree commerciali, attraverso i Centri di assistenza tecnica delle associazioni (Cat), si è tradotta in 71 progetti per 1,2 milioni di euro di contributi. Per incentivare la competitività degli esercizi commerciali e migliorarne l’attrattività delle imprese commerciali, sono stati stanziati circa 7,1 milioni di euro nel 2017 e 2018 a fronte di 21 milioni di euro di investimenti ammessi. L’impegno per l’innovazione e la digitalizzazione degli esercizi commerciali si è concretizzato in contributi alle imprese per oltre 1,7 milioni di euro. L’accesso al credito, una delle leve strategiche per la crescita,ha vistoinvestimenti delle imprese del settore commerciale e turistico per oltre euro 11 milioni di euro dal 2015 al 2019 attraverso il sistema dei consorzi fidi e delle cooperative di garanzie operanti sul territorioUn intervento specifico poi è andato alle zone montane e rurali con investimenti per 800 mila euro per l’insediamento e lo sviluppo degli esercizi polifunzionali. Da ultimo il nuovo bando regionale da 4 milioni di euro con contributi diretti agli operatori commerciali appena approvato.

Il testo del bando regionale a favore di negozi, bar e ristoranti

Il nuovo bando regionale

Il bando finanzia con 4 milioni di euro progetti di investimento di importo minimo di 15 mila euro per la riqualificazione, ristrutturazione o ampliamento delle strutture; o per nuovi prodotti e servizi.

Sono ammissibili spese per opere edili, murarie e impiantistiche e nella misura del 10%  le spese  per progettazione, direzione lavori e collaudo; l’acquisto di macchinari, attrezzature, impianti opzionali, finiture, arredi e dotazioni informatiche e impianti di videosorveglianza e/o antintrusione; l’acquisto di software e licenze d’uso, la realizzazione di siti internet e di e-commerce, di marchi e/o brevetti; spese per promozione dell’attività e spese per consulenza  e assistenza tecnica nella presentazione delle domande.

Le domande andranno presentate sulla piattaforma informatica Sfinge in due finestre – 150 domande per ogni finestra – con chiusura anticipata all’esaurimento del plafond:

1° finestra: dalle ore 10.00 del giorno 18 febbraio 2020 alle ore 13.00 del giorno 18 marzo 2020;

2° finestra: dalle ore 10.00 del giorno 15 settembre 2020 alle ore 13.00 del giorno 29 ottobre 2020.

Il bando integrale è pubblicato sul sito Er imprese.

 

La fotografia del settore in Emilia-Romagna 

Dai dati della ricerca di Art-ER, emerge che le unità locali di commercio in sede fissa nel 2017 erano 53.865 per 149.266 addetti, valori sostanzialmente in linea con quelli pre-crisi (2008).

L’economia regionale che vede una crescita del Pil del 5,5%, dal 2014 al 2018, e dei consumi finali delle famiglie del 6,7% sempre in termini reali.  In rialzo anche gli investimenti fissi, +18,7% e il commercio estero, +17,3%, che hanno trainato l’Emilia-Romagna ponendola in testa alle regioni del nord con un’intensità della crescita prevista sia nel 2019 (+0,5%), sia nel 2020 (+1,1% a parità con il Veneto).

Il numero di occupati ha superato la soglia dei due milioni, con un +4,9% tra 2014 e 2018 e un tasso di occupazione nel 2018 quasi del 70%. Il tasso di disoccupazione è passato dall’8,3% del 2014 al 5,9 del 2018, arrivando a al 5,5 negli ultimi 12 mesi (da luglio 2018 a giugno 2019).

I dati sui consumi e la contrazione del ceto medio rivelano che un italiano su due ritiene di appartenere alla classe media e di questi oltre la metà dichiara di avere difficoltà a pagare i conti a fine mese. Inoltre, la contrazione della classe media, quel segmento di popolazione che ha meno beneficiato dei venti anni di crescita economica, trainata dalla globalizzazione dei mercati mondiali e seguita dagli anni di difficile congiuntura economica, il cui impatto è stato più intenso e prolungato nelle economie sviluppate, produce inevitabili ricadute in termini di consumi.

Per quanto riguarda l’e-commerce B2C (vendite ai consumatori), la dimensione del mercato è in deciso aumento sia per la vendita di prodotti che di servizi. Questo ha influenza sulle vendite degli esercizi ma anche sulle modalità della competizione nel retail (sviluppando il fenomeno della multicanalità e nuovi modelli di relazione con i consumatori).

 

Secondo i dati di una recente indagine dell’Osservatorio regionale del commercio in Emilia-Romagna l’80% delle aziende ha il sito aziendale, e il 52% afferma di fare attività di e-commerce. Il trend in decisa crescita è ben rappresentato anche dagli addetti delle imprese che hanno nell’ecommerce il proprio core business, nel 2017 quasi tremila, più che triplicati in meno di un decennio.  Più lenta, per adesso la dinamica comunque in crescita dell’e-commerce B2B (tra imprese lungo le filiere produttive e del commercio), che vede la progressiva digitalizzazione dei processi aziendali

(forniture, logistica, gestione magazzino oltre a marketing, vendite e internazionalizzazione). Tra le altre forme di innovazione da monitorare, i pagamenti digitali.

 

 

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