La conferma ufficiale: “I frammenti di Cavezzo sono della stella cadente di Capodanno“. Lo spiega l’Inaf, Istituto nazionale di Astrofisica. Grazie alle previsioni della rete Prisma (Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e dell’Atmosfera), una collaborazione promossa e coordinata dall’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), è stata finalmente trovata oggi, in provincia di Modena, la meteorite che ha solcato il cielo nel tardo pomeriggio di Capodanno.
Autore del ritrovamento è Davide Gaddi, ciclista di Mirandola noto per avere organizzato tramite i suoi viaggi in bicicletta raccolte fondi a scopo benefico. Gaddi ha ritrovato, nel pomeriggio di sabato, alcuni frammenti in zona Disvetro-Rovereto sul Secchia, in provincia di Modena, ai limiti dell’area indicata dai calcoli effettuati dalla rete Prisma, che sul territorio italiano oggi conta circa 50 camere all-sky per l’osservazione di meteore brillanti. Il ritrovamento conferma la validità del metodo applicato e l’importanza del progetto Prisma per monitorare i bolidi che solcano i nostri cieli.
La collaborazione Prisma è nata proprio per lo studio e il monitoraggio di eventi del genere, cioè il passaggio di bolidi e il manifestarsi di altri fenomeni che avvengono nell’alta atmosfera, tramite una rete di videocamere installate su tutto il territorio nazionale che sorvegliano il cielo costantemente, 24 ore al giorno. A Prisma partecipano infatti non soltanto osservatori astronomici (professionali e amatoriali) e università, ma anche planetari, associazioni culturali, istituti scolastici, privati.
«È enorme la soddisfazione di tutti i numerosi collaboratori della rete Prisma», dice Daniele Gardiol dell’Inaf di Torino, coordinatore nazionale di Prisma. «Questo successo ripaga tutti degli sforzi fatti nel corso di questi tre anni, da chi installa e mantiene in efficienza le camere a chi ha scritto e implementato i complessi calcoli matematici necessari per calcolare i parametri fisici del fenomeno bolide e per determinare con precisione l’area di caduta di eventuali meteoriti, dai nostri colleghi francesi della rete gemella Fripon, con cui collaboriamo attivamente, ai cittadini che hanno dato ascolto al nostro appello per la ricerca dei frammenti. È un successo di tutti noi; è il risultato di un perfetto gioco di squadra».
Il pomeriggio del 1 gennaio, alle ore 18:26:54 Ut (le 19:26:54 in Italia), un bolide molto luminoso – ossia una meteora particolarmente brillante, generata dalla caduta in atmosfera di un piccolo frammento roccioso di origine asteroidale – ha attraversato i cieli del Nord Italia e ben 8 camere della rete Prisma ne hanno rilevato il passaggio. Fra queste, i dati utilizzabili per i calcoli effettuati dagli esperti di Prisma sono stati quelli raccolti dalle postazioni di Bedonia, Cecima, Felizzano, Loiano, Navacchio e Rovigo che hanno permesso di delimitare la zona di probabile caduta della meteorite confinandola attorno al paesino di Disvetro, pochi km a nord-ovest di Cavezzo, in provincia di Modena.
Ed effettivamente il ritrovamento è avvenuto in prossimità di quell’area. A confermarlo è stato Romano Serra del Dipartimento di fisica e astronomia dell’Università di Bologna, noto esperto e collezionista di meteoriti che si trovava in zona, anch’egli alla ricerca di possibili reperti dopo l’appello lanciato ieri dalla rete Prisma tramite i media. Serra ha già avuto la possibilità di esaminare preliminarmente i campioni rinvenuti e già a prima vista gli è stato possibile confermare che si tratta di frammenti di una meteorite “freschissima”, cioè caduta da pochissimo tempo.
Seguiranno ovviamente ulteriori e approfondite analisi dei campioni ritrovati di cui daremo prontamente notizia.
Gli esperti di Prisma non escludono che si possano ritrovare altri frammenti oltre a quelli già rinvenuti: si rinnova pertanto l’appello a chi, nei dintorni della zona indicata, si imbattesse in un sasso anomalo, ricoperto da una patina scura e con gli angoli smussati, a segnalarlo a Prisma inviando una foto a prisma_po@inaf.it.
Guarda il servizio video di MediaInaf Tv, con intervista a Romano Serra: