Premio Louis-Jeantet 2020 a Graziella Pellegrini e Michele De Luca: il prestigioso premio internazionale è stato assegnato ai ricercatori di Unimore per la medicina traslazionale. Premiata, oltre a loro, anche la ricercatrice americana Erin Schuman, direttrice del Max Planck Institute for Brain Research di Francoforte. La cerimonia di premiazione si terrà il 22 aprile a Ginevra, ma la notizia dell’assegnazione dei due premi, di 500.000 franchi svizzeri ciascuno, è stata data oggi.
La Fondazione Louis-Jeantet ha come obiettivo il progresso della medicina e la difesa dell’identità e del posto della ricerca biomedica europea nella competizione internazionale. Voluta da Louis Jeantet, uomo d’affari francese e svizzero d’adozione, e istituita in seguito alla sua scomparsa, l’istituzione scientifica ha sede a Ginevra (Svizzera) ed ha avviato la sua attività nel 1983.
La Fondazione destina ogni anno circa 3 milioni di franchi svizzeri, ripartiti tra progetti di ricerca europei e locali, per sostenere la ricerca biomedica. In ambito svizzero, la Fondazione sostiene lo sviluppo dell’insegnamento e della ricerca presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Ginevra ed incoraggia inoltre, attraverso il finanziamento di progetti di ricerca, la cooperazione tra questa Facoltà e le grandi scuole e gli ospedali universitari della regione del Lago di Ginevra.
I Premi Louis-Jeantet sono assegnati ogni anno a ricercatori di spicco che svolgono la propria attività in uno dei paesi membri del Consiglio d’Europa.
Tra i più consistenti in Europa, i Premi Louis-Jeantet incoraggiano e sostengono l’eccellenza scientifica. Non sono destinati a ricompensare studi già ultimati, bensì a finanziare la prosecuzione di progetti di ricerca innovativi.
In medicina rigenerativa, le cellule staminali offrono prospettive molto promettenti per il trattamento e la prevenzione di malattie. Graziella Pellegrini e Michele De Luca hanno svolto un ruolo decisivo nello sviluppo di terapie basate su cellule staminali epiteliali, nonché nella loro combinazione con la terapia genica. Le loro scoperte nei campi della rigenerazione corneale e delle terapie di sostituzione della pelle hanno aiutato a curare centinaia di pazienti.
“Impiegheremo i fondi ottenuti grazie a questo premio per continuare le nostre ricerche sulle nuove terapie cellulari e geniche mirate alla ricostruzione di tessuti e organi irrimediabilmente danneggiati sia in pazienti con lesioni corneali sia per curare pazienti affetti da devastanti malattie genetiche della pelle” hanno dichiarato Graziella Pellegrini e Michele De Luca.
Da quando è stato indetto nel 1986 fino ad oggi, i Premi Louis-Jeantet sono stati attribuiti a 93 ricercatori: 27 in Gran Bretagna, 17 in Svizzera, 16 in Germania, 14 in Francia, 4 in Svezia e in Italia, 3 nei Paesi Bassi, 2 in Austria, 2 in Belgio, 2 in Finlandia, e 2 in Norvegia. Tra i 93 ricercatori premiati, 13 hanno successivamente ricevuto il Premio Nobel per la fisiologia o la medicina, o il Premio Nobel per la chimica.
“Il premio destinato ai colleghi Graziella Pellegrini e Michele De Luca conferma il valore internazionale delle loro ricerche – ha affermato il Magnifico Rettore di Unimore Carlo Adolfo Porro – e l’importanza dei risultati scientifici raggiunti nella cura di malattie rare altrimenti senza rimedio. La decisione della Fondazione Louis-Jeantet ci riempie dunque di orgoglio e sostiene ulteriormente il nostro impegno a favore dell’attività del Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari”, una vera e propria eccellenza mondiale nel campo della ricerca biomedica. A Graziella e Michele rivolgo i complimenti dell’Ateneo per questo ulteriore prestigioso riconoscimento”.
Graziella Pellegrini
Nata a Genova nel 1961, Graziella Pellegrini si è laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche all’Università di Genova, e successivamente in Farmacia presso la stessa Università, dove ha terminato i suoi studi nel 1989. Ha svolto la sua esperienza post-dottorale presso il Centro di Biotecnologie Avanzate di Genova, è stata coordinatrice del Laboratorio di Ingegneria dei Tessuti presso l’IRCCS IDI di Roma e direttrice del Laboratorio del Centro Regionale di Ricerca sulle Cellule Staminali Epiteliali della Fondazione Banca degli Occhi del Veneto. È docente di Biologia Applicata all’Università di Modena e Reggio Emilia e coordinatrice della terapia cellulare al Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari”.
Michele De Luca
Michele De Luca è nato a Savona nel 1956. Si è laureato in Medicina presso l’Università di Catania e si è specializzato in Endocrinologia presso l’Università di Roma. Parte quindi per Bethesda, negli Stati Uniti, dove si unisce al National Institute of Health prima di continuare la sua carriera alla Harvard Medical School. Si trasferisce quindi a Genova all’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro, poi dirige il Laboratorio di Ingegneria dei tessuti dell’IDI di Roma e si trasferisce a Venezia come direttore scientifico della Fondazione banca degli occhi del Veneto. È docente di Biochimica all’Università di Modena e Reggio Emilia nonché direttore e coordinatore della terapia genica al Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari” dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.
Graziella e Michele hanno fondato a Modena lo spin off universitario Holostem Terapie Avanzate, di cui sono rispettivamente direttore R&D e direttore scientifico.
Cellule staminali epiteliali nella terapia cellulare e genica
È ampiamente riconosciuto che le cellule staminali hanno un enorme potenziale per la medicina rigenerativa. Tuttavia, nonostante il numero sempre crescente di rapporti sui trattamenti con cellule staminali, il successo di queste terapie rimane marginale. Graziella Pellegrini e Michele De Luca hanno dedicato le loro carriere scientifiche alla ricerca di base sulle cellule staminali epiteliali finalizzata all’applicazione clinica nella medicina rigenerativa. In quest’area, il loro lavoro è stato determinante. Nel 2015, l’Agenzia europea per i medicinali raccomanda l’approvazione di Holoclar, sviluppato da Pellegrini e De Luca, nell’Unione europea. Holoclar, il primo farmaco per terapia avanzata a base di cellule staminali, è un prodotto di ingegneria dei tessuti per terapie avanzate su pazienti con deficit di cellule staminali limbari (LSCD), le cellule che si trovano in una ristretta zona tra la cornea e la congiuntiva. Ustioni oculari, termiche o chimiche, possono distruggere il limbus, causando un LSCD con conseguente opacizzazione della cornea e perdita della capacità visiva. Holoclar ha già permesso il recupero della vista a centinaia di pazienti. Per raggiungere questo obiettivo, Pellegrini e De Luca hanno caratterizzato i meccanismi molecolari che regolano il potenziale proliferativo di lungo termine delle cellule staminali epiteliali, la loro evoluzione clonale e la capacità di autorinnovamento.
Questa ricerca di base è stata il fondamento per sviluppare la terapia. ll loro lavoro pionieristico sull’uso delle cellule staminali epidermiche umane in coltura ha anche permesso il trattamento di pazienti affetti da vitiligine e piebaldismo, nonché da ustioni di terzo grado. Hanno inoltre combinato terapia cellulare e terapia genica per trattare con successo un paziente affetto da una grave malattia della pelle, l’Epidermolisi Bollosa o “Sindrome dei Bambini Farfalla” mediante trapianto autologo di lembi di pelle ottenuti in laboratorio dalla coltivazione di cellule staminali epidermiche geneticamente modificate. In un caso pediatrico, il trattamento si è rivelato salvavita, consentendo il pieno recupero della qualità della vita al piccolo paziente. Hanno potuto dimostrare che l’intera rigenerazione dell’epidermide umana è sostenuta da un piccolo pool di cellule staminali epidermiche dotate di capacità di autorinnovamento, clonogenicità e di potenziale prolifierativo di lungo termine. Questi “olocloni” sono in grado di permanere stabilmente nell’individuo generando continuamente pool di progenitori che si differenziano nel tessuto da rigenerare. Grazie al loro rigoroso lavoro di ricerca fondamentale, De Luca e Pellegrini hanno sviluppato nuove terapie avanzate a base di cellule staminali ora applicate in tutto il mondo. Il loro approccio terapeutico combinante cellule staminali adulte in coltura e terapia genica fornisce un modello per il trattamento di altre malattie genetiche.