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Punto nascita Mirandola, lontana la soglia dei 500 parti annui. Ma non è più un problema

da | Gen 15, 2020 | In Primo Piano, Mirandola | 0 commenti

Ce l’avevano raccontata con disarmante semplicità: se ci sono meno di 500 parti all’anno, la sicurezza non può essere garantita, per cui il Punto Nascita va chiuso. E così, senza troppo clamore, si seguirono le prescrizioni del Ministero e venne chiuso il Punto Nascita di Pavullo.
E così sembrerebbe avviato al suo destino anche il punto nascita di Mirandola.  Anche nel 2019, infatti ci sono stati meno di 500 parti: in 12 mesi qui sono nati appena 364 bambini.
I numeri sono in calo: nel 2018 i nati a Mirandola erano stati 394, nel 2018 erano 396, nel 2016 erano 423 e nel 2015 erano 399.

Per Mirandola  tre anni fa venne decisa una deroga, in quanto zona terremotata. Il Ministero chiese alla Regione di predisporre un progetto che garantisse la fidelizzazione delle donne e che qui avvenissero almeno 500 parti l’anno. Bisognava garantire un servizio, tecnicamente parlando, di primo livello, con la presenza 24 ore su 24 di anestesista, ginecologo, pediatra e ostetriche.

Tutto è stato fatto ma le nascite sono rimaste al palo. Il numero 363 è ben lontano da 500. Non ci si avvicina neanche un po’.
E allora? Dobbiamo far chiudere i battenti al nostro amato Punto Nascita, un luogo dove la professionalità e la dedizione degli operatori raggiungono vette altissime?

No. Infatti la deroga prosegue. Dall’Ausl spiegano che non è arrivata nessuna indicazione contraria dal Ministero. Con Roma  l’interlocuzione è stretta, da Modena vengono regolamente i dati dei monitoraggi e tutti i dati sulla progettualità. E dal Ministero si valuta quello dei 500 parti sia un obiettivo a lungo termine, in presenza di una progettualità che lo sia altrettanto, e nessuno ha posto la questione chiusura.

Politicamente, inoltre, l’aria è cambiata. Quei 500 parti fissati come soglia minima per garantire quegli standard fino ad oggi richiesti per gestire un parto in sicurezza possiamo dimenticarceli. Il paramentro principale, quello che sulla base delle direttive ministeriali del 2010 aveva decretato la chiusura del punto nascite dell’ospedale di Pavullo, si può modificare e Mirandola non sarebbe dunque in pericolo.

Ecco cosa dice il ministro della Sanità Roberto Speranza:

“Abbiamo approvato da pochi giorni il Patto per la salute quindi non facciamo propaganda, non è nel nostro stile. Nel Patto per la salute, sottoscritto dal Governo e da tutte le regioni italiane, nella scheda 15 si prevede une revisione del decreto ministeriale 70 che, al suo interno, disciplina anche la questione dei punti nascita”.

In attesa di vedere le nuove prescrizioni, pare legittimo pensare che stavolta il Punto nascita di Mirandola non lo vuole chiudere nessuno. E la questione sicurezza? Chissà come verrà interpreata nel nuovo decreto ministeriale. E vedremo se sarà tutto confermato finita la campagna elettorale.

 

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