MIRANDOLA – “L’ultima parola è sempre del Comune”, che è l’editore ed è l’ultimo passaggio, dopo quello con il direttore responsabile – giornalista scelto dal Comune – per pubblicare la pubblicità sull’Indicatore mirandolese.
Anche la pubblicità elettorale, che sul giornalino del Comune c’è adesso ma c’era anche l’anno scorso e pure nel 2014.
Lo spiega l’azienda Rpm, la concessionaria pubblicitaria che raccoglie la pubblicità per l’Indicatore mirandolese che interviene nella polemica innescata dall’assessore regionale Palma Costi che ha bollato come “scandaloso”, segno “di arroganza e prepotenza” la scelta del giornalino comunale di mandare in allegato nelle case dei mirandolesi un volantino elettorale della Lega.
Eppure iniziative del genere si facevano anche quando c’era al governo il Pd, il partito della Costi.
Da Rpm Maria Paola Nicolino spiega infatti che “il materiale elettorale veniva diffuso anche in passato. Accade in ogni occasione elettorale. Diamo la possibilità di inserire messaggi elettorali a pagamento negli spazi pubblicitari o allegati e incellofanato. La Lega ha sempre preferito questa formula. Altri, come Plati s e Bonaccini, preferiscono invece lo spazio classico. Sono anche nell’ultimo numero”.
Sull’opportunità o meno di accettare o rifiutare la pubblicità elettorale pare che un dibattito non ci sia stato. Non è stata rifiutata nè quando c’era il sindaco Pd nè ora che c’è un sindaco della Lega. E sebbene il sindaco Greco abbia risposto alla Costi che “Le accuse sono infondate per una serie di ragioni, tra le quali il fatto che a dirigere ora il giornale non sono più dipendenti dell’Amministrazione e che la ditta responsabile delle inserzioni pubblicitarie è esterna e lavora per concessione”, non è così.
Ogni pubblicità viene sottoposta al direttore responsabile e all’editore, il Comune. Quindi la concessionaria non è autonoma, risponde direttamente al Comune.
È successo in passato che venisse rifiutata qualche pubblicità commerciale ingannevole o che potesse trarre in inganno i lettori. Il Comune all’epoca la rifiutò, perché l’ultima parola su quanto viene pubblicato nel giornalino comunale è la sua.
Sul tema la Costi ha annunciato che farà ricorso al Garante.