“La notizia di queste ore che investe la ditta Alcar Uno, importante azienda del settore della lavorazione delle carni, racconta di due filoni investigativi che confermano maxi evasione per oltre 86 milioni “ricavati” da vendite in nero, Iva saltata e contributi dovuti ai lavoratori non versati. Una pratica di illegale economia purtroppo ancora in espansione,anche in questi nostri territori” questa la nota stampa di Cgil Modena.
“Gli ultimi dati aggiornati sul “riciclo-virus” forniti, non dall’Istituto Superiore di Sanità, bensì dall’ultimo Report della UIF-Banca d’Italia, ci raccontano l’appesantimento ulteriore del 2° semestre 2019. L’Ufficio speciale della Banca d’Italia che raccoglie e indaga le segnalazioni sulle operazioni sospette di riciclaggio – provenienti da sedi di banche, poste, assicurazioni e professionisti, tenuti a farlo per legge – ci documenta che l’ultimo semestre alle nostre spalle ha dato 54.621 segnalazioni da tutta Italia, con un +7,8% sul semestre precedente. Intanto, colpisce parecchio che di quelle oltre 54 mila operazioni sospette segnalate, solo 48 provengono dagli uffici delle migliaia di avvocati italiani.
Sono però cinque le Regioni con un incremento di oltre il 10% del n° di segnalazioni di sospetto riciclaggio dai loro territori. Però…Non leggiamoli come “numeri”, ma come pezzi crescenti della economia nera che ingrassa nei nostri territori, con attori che parlano i nostri dialetti e danneggiano veramente l’imprenditoria regolare.
La nostra regione Emilia Romagna è la seconda, sul podio rosso nazionale, con un +11,09% , seguita da Lazio, Lombardia e Veneto. Prima di noi c’è solo la Sicilia con un +12,6% .
Dalle province emiliano-romagnole, la UIF ha raccolto 7.631 segnalazioni solo negli ultimi sei mesi, cioè circa 43 ogni santo giorno, domenica compresa.
Sono però tre le nostre province che superano i mille casi:
– Bologna con N° 1.752 segnalazioni e con un +9,7%
– Modena con N° 1.166 e con la più alta crescita di 11,64%
– Parma con N° 1.016 ed un +0,3%.
Un virus ancora in attesa di efficace cura e, sopratutto, di estesa e reale prevenzione. Un quadretto aggravato dall’altra pesante segnalazione di ANAC-Autorità Anticorruzione, sulle imprese colpite da “interdittive antimafia” per il prevalente sospetto di “utilizzo di risorse illecite e riciclo”. L’ultimo report ANAC fotografa la dinamica degli ultimi quattro anni, indicando con preoccupazione che “in Italia del Nord il numero delle aziende interdette è quasi quadriplicato”, citando poi la nostra Emilia Romagna che ha invece visto moltiplicare per sei il n° delle imprese coinvolte .
Tornando all’ultima relazione semestrale di Banca d’Italia,vediamo con sconcerto la mappa di pag. 20 che riassume in una cartina a colori, la mappa nazionale del “virus-money-transfer“, cioè gli affari illeciti e in nero, verso/dai Paesi cosiddetti “paradisi fiscali”. Parliamo dell’incredibile dato che testimonia, per il semestre da poco concluso, un numero di 63.220 segnalazioni di abusi e traffici neri nei “paradisi”, e con oltre dieci mila da questa regione.
Una cartina geografica (vedi allegato) che infatti mostra l’Emilia Romagna regione più rossa. Il nostro Paese e questi nostri territori, stanno attraversando una difficile, sconosciuta ed imprevedibile crisi sanitaria. Ne usciremo grazie alla tenuta dei nostri servizi di cura e prevenzione ma, sopratutto, grazie alle attenzioni e sacrifici sociali dei cittadini e famiglie. Appare però molto dura la ricaduta economica e produttiva, col rischio molto concreto che , inoltre, questa crisi spinga ancor più pezzi della imprenditoria ed affarismo verso quella illegalità e lavoro in nero sopra richiamato e già troppo esteso.
Per il Sindacato, sarà pertanto un percorso di vigilanza e prevenzione ancor più in salita, attento e quotidiano, con la ferma volontà di attivare un vasto coinvolgimento unitario delle istituzioni territoriali e, sopratutto, delle rappresentanze imprenditoriali e professionali. Come non mai, l’obiettivo nei prossimi mesi sarà quello di contenere la crisi produttiva ed investire per la crescita. Il tutto, nel trasparente rispetto del lavoro regolare. E siccome a pag. 5 del report si valutano “rilevanti”, e quindi fondate, l’85% delle segnalazioni ricevute per sospetto riciclaggio, è ancor più evidente ed urgente che in ogni nostro territorio provinciale si attivino Tavoli di Confronto – anche a “porte chiuse”- per valutare quei dati città per città, i settori produttivi e commerciali più coinvolti e le concrete iniziative di possibile prevenzione più efficace. Un percorso unico e dovuto, per uscire dalla attuale inedita crisi sanitaria e, finalmente, avviare il contenimento e l’abbassamento dei soprarichiamati dati “virali” che peggiorano la regolarità ed i costi sociali/economici di una parte crescente della nostra economia nera”.