MODENA, 13 MARZO 2020 – Il S.I. Cobas ha aperto lo stato di agitazione nazionale per la tutela della salute degli operai, costretti a lavorare come se nulla fosse, accalcati a centinaia nei magazzini e nelle fabbriche di tutta Italia, spesso senza alcun dispositivo di protezione.
In ogni luogo dove non siano rispettate le norme sanitarie il sindacato invita a fermarsi. È evidente che i veri untori sono i padroni e che la responsabilità dell’estendersi del contagio in questi giorni è imputabile principalmente alla fame di profitto di Confindustria.
Stamattina, dopo aver richiesto per giorni adeguate protezioni al magazzino Transmec di Campogalliano (MO) senza che venisse data alcuna seria risposta, è scattato lo sciopero. Non si lavora finché non ci sono guanti, mascherine, carta igienica e sanificazione dei locali.
La stessa situazione si ripete in tutto il paese (in allegato una panoramica delle mobilitazioni in corso in questo momento).
Aggiornamento delle 13:
Si allarga il fronte degli scioperi a Modena per la salute dei lavoratori: in tutte le aziende in sciopero interviene la Digos per identificare gli scioperanti. Se stiamo ammassati in fabbrica non c’è problema, ma se usciamo sul piazzale sono botte e denunce.
All’Emiliana Serbatoi di Campogalliano, dove era in corso uno sciopero, la polizia è intervenuta in assetto antisommossa e ha portato via il coordinatore provinciale, Enrico Semprini, ed il delegato dell’azienda. Sono attualmente in stato di fermo in Questura.