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Coronavirus, lavoro e scuole: le interrogazioni delle consigliere M5s Gibertoni e Piccinini

da | Mar 4, 2020 | Altri Comuni | 0 commenti

Sessanta mila posti di lavoro in pericolo. L’emergenza coronavirus rischia di avere un impatto elevatissimo sull’economia con una perdita di circa 3,9 miliardi di consumi. È il calcolo di Confesercenti che a fine febbraio parlava di «una stima conservativa, basata sull’ipotesi di una crisi limitata». Arrivano le conferme: in una settimana il fatturato di abbigliamento e ristorazione è crollato del 65%, quello dell’arredo casa e degli altri settori del 40% complici non solo l’emergenza sanitaria in corso ma anche il grande clima di paura. Sono i dati raccolti dalla base associativa di Confimprese (che nel retail rappresenta 154 mld fatturato, 40mila punti vendita, 700mila addetti). Il canale più colpito è sicuramente il travel, seguito da centri commerciali e outlet. Diversi gli interventi dalle consigliere Gibertoni e Piccinini del Movimento 5 Stelle sull’argomento lavoro.

“Individuare forme di sostegno economico per le piccole imprese che subiscono danni economici per effetto del coronavirus”. A chiederlo, con due atti rivolti al governo regionale (una risoluzione e un’interpellanza), è Giulia Gibertoni (M5s).
Qualora si protraesse l’emergenza, la consigliere chiede anche “l’attivazione di misure di sostegno rivolte ai professionisti che lavorano per le imprese italiane che esportano in Cina (quali, ad esempio, interpreti e traduttori della lingua cinese)”.
Misure necessarie, rimarca la pentastellata, “che devono comunque essere correlate a un’analisi accurata e dettagliata degli effetti del coronavirus sul nostro sistema produttivo”. A livello regionale, prosegue, “è infatti preoccupante la situazione di molte aziende medio-piccole che risentono negativamente del mancato ingresso di merci, essenziali per il sistema produttivo regionale (in particolare nel settore della meccanica e dell’elettronica), e della mancata esportazione in Cina di prodotti finiti e componenti industriali, oltre alla riduzione consistente delle esportazioni alimentari”.
La Regione Emilia-Romagna, sottolinea poi Giulia Gibertoni, “ha avviato da tempo attività per l’apertura del mercato cinese alle esportazioni di prodotti agricoli e agroalimentari del nostro territorio, con l’obiettivo di arrivare in tempi brevi al superamento delle barriere fitosanitarie”. Un percorso, conclude, “che deve essere portato a compimento”.

Sempre dalla Gibertoni arrivano richieste di tutele anche per gli “operatori servizi scolastici ed educativi e fattorini”. “Dare garanzie agli operatori dei servizi scolastici ed educativi e ai fattorini delle consegne a domicilio, esposti in modo particolarmente rilevante agli effetti prodotti dall’impatto dell’epidemia di coronavirus”. A chiederlo, con un’interrogazione rivolta al governo regionale, è Giulia Gibertoni (M5s).
“Sono migliaia – spiega la consigliera – le educatrici e gli educatori che rischiano di non vedersi riconosciute le ore di servizio e, di conseguenza, di restare senza stipendio”.
Nello stesso atto la pentastellata menziona anche le difficoltà in cui versano, sempre in questa fase emergenziale, i fattorini delle consegne a domicilio: “Non sono state previste- rimarca Giulia Gibertoni- misure di protezione per questa categoria di lavoratori”.

La consigliera Silvia Piccinini (M5s) chiede, in particolare, un confronto tra istituzioni regionali e statali “per definire soluzioni uniformi ed efficaci al fine di evitare che una condizione di oggettiva precarietà di questi lavoratori comporti un’inaccettabile discriminazione e un ulteriore danno”.
“Assicurare forme di tutela per non penalizzare i lavoratori che svolgono attività educative e socio-educative nell’ambito dei servizi gestiti attraverso appalti”. A chiederlo, con una risoluzione rivolta al governo regionale.
In questa categoria, rimarca la consigliera, “rientrano anche gli educatori, spesso soci o dipendenti delle cooperative appaltatrici, che svolgono servizi educativi specifici nelle scuole, come l’assistenza a bambini e studenti con disabilità o bisogni certificati, e che, a fronte della sospensione del servizio, non sono retribuiti”.
La pentastellata, quindi, chiede un confronto tra istituzioni regionali e statali “per definire soluzioni uniformi ed efficaci al fine di evitare che una condizione di oggettiva precarietà di questi lavoratori comporti un’inaccettabile discriminazione e un ulteriore danno”.

Nell’interrogazione la consigliera chiede anche “omogeneità nei comportamenti e nelle soluzioni messe in campo a livello locale”
Tutela del reddito dei dipendenti, che siano pubblici o privati, stop al pagamento delle rette per servizi non fruibili e omogeneità nei comportamenti e nelle soluzioni messe in campo a livello locale. Questo è quello che chiede Silvia Piccinini (M5s) alla nuova Giunta con un’interrogazione in cui mette in evidenza gli effetti dei provvedimenti per il contenimento del coronavirus sugli operatori delle attività educative per l’infanzia e per la prima infanzia e sui genitori dei bambini che vi prendono parte.
Le famiglie, scrive nell’atto la consigliera, “stanno sostenendo i costi delle rette assieme a quelli del baby-sitting” oppure stanno utilizzando le ferie per stare a casa con i figli. Mentre per quanto riguarda i dipendenti dei servizi per l’infanzia, la pentastella ricorda che “l’offerta dei servizi educativi è, sul piano della titolarità e della gestione, variegato e prevede servizi a proprietà e gestione pubblica, altri a proprietà pubblica e gestione privata e altri ancora a proprietà e gestione privata. Di conseguenza, sono differenti gli strumenti per non fare ricadere sugli operatori dei servizi educativi gli effetti della chiusura o della sospensione temporanea e straordinaria delle attività”.
Silvia Piccinini rimarca anche “la disomogeneità delle situazioni a livello locale” e porta, come esempio, il caso di Bologna e pochi altri Comuni che hanno deciso di esentare i genitori dal pagamento della retta del nido per il periodo di chiusura. Una misura che l’esponente dei 5 stelle reputa “senza dubbio comprensibile alla luce della straordinarietà della situazione, ma – specifica – da ricondurre al più presto a soluzioni uniformi in tutta la regione”.

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