BOLOGNA – In Cina hanno costruito un ospedale in 10 giorni, ma il Sant’Orsola di Bologna ha aperto un reparto nuovo in tre ore.
In sole tre ore, infatti, è sorto un reparto Covid-19 con 24 posti letto dedicati ai pazienti positivi “che però non necessitano di setting assistenziali e clinici intensivi così da alleggerire il reparto di malattie Infettive”. Il reparto è al padiglione 1 al posto di Urologia, che ha ridotto l’attività chirurgica programmata (anche per effetto dal caso positivo trovato in reparto), così come tutte le chirurgie del Policlinico. Attività che è stata trasferita al quarto piano dello stesso padiglione nel reparto di Oftalmologia e libera professione. E’ stata spostata anche la medicina di Urgenza Giostra al posto della Medicina Interna Lenzi così da garantire locali più idonei a gestire l’isolamento dei casi sospetti di contagio in attesa dei risultati dei tamponi. Per quanto riguarda l’area intensiva, sono 11 i posti di terapia Intensiva che sono stati dedicati esclusivamente al Covid-19 che diventeranno 18 nei prossimi giorni. Individuati anche percorsi diagnostici privilegiati e una Tac dedicata per accelerare i tempi di diagnosi. Questo oltre alla ‘frontiera’ di Malattie infettive (padiglioni 6 e 23).
Inoltre è sempre più probabile che vengano creati degli ospedali Covid-19: strutture dedicate che accolgano i positivi, non gravi, in modo da non rischiare il contagio in altre zone dei nosocomi. In questo modo si potrebbe razionalizzare la presenza dei professionisti e pure le risorse, continuando però con la sospensione di tutte le attività chirurgiche non urgenti. L’ospedale potrebbe essere il Dossetti di Bazzano. Non troppo grande, attrezzato già con un pronto soccorso, in posizione strategica vicino all’autostrada e al nuovo casello di Valsamoggia, il Dossetti ha anche una buona conformazione architettonica per le esigenze degli infettivi. E’ stato vagliato anche quello di Bentivoglio, più centrale dal punto di vista geografico, ma la presenza del punto nascite imporrebbe una riorganizzazione totale giudicata dai dirigenti della sanità troppo impattante. La scelta, a ogni modo, verrà presa nelle prossime ore e sarà realizzata solo in caso di reale necessità.
Inoltre non bisogna dimenticare gli operatori: quelli in servizio da dieci giorni consecutivi, i direttori di unità operativa che dormono nei reparti, gli infermieri che hanno rinunciato a famiglie e vita, dando disponibilità h 24. A loro va ovviamente il nostro ringraziamento.