La progressione dell’infezione da coronavirus con l’aumento del numero di contagiati con necessità di ricovero impone a tutta la rete ospedaliera provinciale e regionale una rimodulazione delle proprie attività. Da qui nasce la necessità degli ospedali di non rispondere più solo a logiche di competenza territoriale, ma di orientarsi verso una gradualità di risposta al coronavirus (terapie intensive e sub-intensive, degenze normali, isolamenti domiciliari) che garantisca la miglior presa in carico possibile dei pazienti di aree vaste. Ciò corrisponde non solo a un intelligente utilizzo delle risorse su scala allargata, ma sottolinea l’impronta solidaristica e di mutuo soccorso del Sistema Sanitario.
Se da una parte rimane la centralizzazione al Policlinico di Modena il percorso previsto per la maggior parte dei pazienti, data la diffusione del virus, ad oggi tutti gli ospedali sono attrezzati con stanze in isolamento per assistere persone con sospetto o confermato coronavirus, mentre il piano presentato ieri dalla Regione prevede la possibilità di adibire intere strutture all’assistenza di pazienti Covid-19 positivi, secondo livelli progressivi di saturazione dei posti letto.
L’Ospedale di Pavullo, al pari di tutti gli ospedali provinciali, sta anticipando possibili scenari di massima allerta, con l’allestimento di una dotazione di posti letto idonei per accogliere pazienti Covid-19 positivi di criticità media. “In questo ambito – precisa il direttore dell’Ospedale Gabriele Romani – potranno essere ospitati anche pazienti affetti da coronavirus provenienti da altre province, in una logica di collaborazione con la Sanità Regionale, unica realistica strategia per garantire l’assistenza universalistica. In particolare l’Ospedale di Pavullo attualmente ospita ad oggi 5 pazienti di Piacenza, in una logica di sostegno verso quel territorio che è particolarmente in difficoltà. Si ringrazia perciò tutto il personale per l’impegno profuso e che rende possibile il superamento degli abituali confini operativi”.
L’Ospedale di Sassuolo ha creato un protocollo di gestione per l’emergenza Covid-19 che prevede un accesso unico al Pronto Soccorso con un filtro esterno all’interno di un PMA con funzioni di pre-triage, presidiato h24 da un infermiere. Per rispondere alle richieste di posti di terapia intensiva, a livello provinciale, l’ospedale si è anche attrezzato per trasformare alcune degenze dell’Area Rossa, ad alta intensità di cura, per accogliere – all’occorrenza – anche pazienti che necessitino di supporti respiratori. “Stiamo ulteriormente rafforzando la separazione di tutti i percorsi tra pazienti ‘sospetti’ e ‘ordinari’ – osserva il Direttore Sanitario, Silvio Di Tella – attrezzando ulteriormente le aree dedicate all’emergenza. Finché sarà possibile, attraverso l’isolamento dei pazienti, anche in ambito chirurgico e materno-infantile”.
Organizzazione simile anche all’Ospedale di Vignola, dove è in funzione un PMA esterno per l’accoglienza e la gestione dei cittadini che si dovessero auto-presentare con sintomi collegabili al coronavirus. “Il presidio esterno è stato posto a rafforzamento della protezione dei percorsi interni, già individuati in Pronto soccorso – spiega Federica Casoni, direttrice dell’Ospedale di Vignola -. Inoltre, per l’isolamento di pazienti in attesa di tampone, sono disponibili posti letto nelle immediate vicinanze dell’area monitorata (presidiata da medici internisti e anestesisti e personale infermieristico afferente a diverse équipe), nel caso in cui le condizioni di salute dell’assistito dovessero peggiorare repentinamente. Ringrazio tutto il personale medico e infermieristico dell’ospedale che in questi giorni sta lavorando intensamente adattandosi ad una realtà in continuo cambiamento”.
All’Ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola è attivo un PMA (Punto Medico Avanzato) esterno con funzione di triage-attesa. Presidiato da un infermiere triagista, potrà ospitare fino a 5 pazienti. Si potenzia così il percorso dedicato ai pazienti con sintomatologia sospetta Covid-19 o con sospetto di polmonite, mantenendo protetto il percorso di accesso ordinario.
“In questa nuova sede esterna il paziente con sintomi respiratori viene attentamente inquadrato e gestito in loco per poi essere reindirizzato al domicilio oppure, nel caso siano necessari ulteriori approfondimenti diagnostici, viene accompagnato presso uno dei due ambulatori dedicati all’isolamento collocati all’interno degli spazi del Pronto Soccorso – chiarisce il direttore dell’Ospedale Giuseppe Licitra –. Sono inoltre a disposizione stanze singole dedicate all’isolamento dei pazienti con sospetto coronavirus o in attesa di tampone in un contesto assistenziale idoneo per la gestione del paziente con patologie respiratorie. Un ringraziamento va a tutto il personale che si sta adoperando per far fronte giorno dopo giorno all’emergenza”.
All’Ospedale Ramazzini di Carpi è attivo un percorso di pre-triage interno al Pronto Soccorso dedicato agli utenti con sintomi respiratori. Sempre nell’ambito del piano di gestione dell’emergenza, gli ambienti della Medicina d’Urgenza sono stati adibiti all’isolamento dei pazienti per i quali è in corso l’indagine diagnostica ed epidemiologica inerente al coronavirus, oltre alla disponibilità di posti letto isolati presso il reparto di Rianimazione per i pazienti che dovessero subire improvvisi peggioramenti delle condizioni di salute, soprattutto a livello respiratorio.
“Sono presenti inoltre punti di accesso presidiati, con diversi obiettivi – chiarisce Andrea Ziglio, direttore del Ramazzini –: innanzi tutto fornire informazioni a chi entra presso le sedi AUSL rispetto alla riduzione delle visite dei parenti nei reparti ospedalieri (già in atto da giorni), in accordo con la normativa regionale e nazionale; informarli riguardo alle visite specialistiche non urgenti temporaneamente sospese e alle prestazioni urgenti/non differibili mantenute; infine, diffondere l’utilizzo di gel alcolico per il lavaggio delle mani e le buone prassi per evitare il contagio. I punti di accesso sono stati allestiti in particolare presso l’ingresso dell’Ospedale di via Molinari e presso i due ingressi del Poliambulatorio e sono presidiati dal personale. Ringrazio tutti coloro che lavorano nel nostro ospedale perché davvero stanno mettendo ogni loro risorsa nell’assistenza ai nostri pazienti”.
Tra le strutture che si preparano ad accogliere pazienti covid-19 postivi, seppure con sintomatologia non grave, ci sarà anche l’Ospedale di Comunità di Fanano. Si tratta di una struttura intermedia tra l’isolamento domiciliare e il ricovero ospedaliero, che garantirà un adeguato supporto a una particolare tipologia di pazienti con coronavirus che necessitano comunque di un monitoraggio infermieristico e medico.
La struttura potrà ospitare fino a 14 pazienti, mentre gli attuali ricoverati – in tutto nove – saranno dimessi o trasferiti nella giornata di domani, per consentire poi l’allestimento degli ambienti secondo i protocolli previsti per l’assistenza ai pazienti covid-19 positivi.
Il personale avrà tutti i necessari dispositivi di sicurezza così come massima attenzione sarà dedicata alla sanificazione degli ambienti.
Unendosi al pensiero dei direttori degli ospedali, la Direzione dell’Azienda USL di Modena ringrazia tutto il personale sanitario, amministrativo e tecnico che si sta adoperando per garantire la migliore assistenza ai pazienti ricoverati e ai cittadini sul territorio.
Un ringraziamento va inoltre a tutti i donatori e ai tanti cittadini che, sin dai primi giorni di questa emergenza, hanno fatto pervenire alle diverse sedi AUSL tante attestazioni di supporto e stima per quanto il personale sta facendo.