Di Elisa Guidelli
Snocciolare dati e mettere a confronto numeri è un modo forse semplicistico. I dati tolgono personalità ed emozione e spesso si rischia di dimenticare che dietro ai numeri si nascondono vite di donne spezzate dalla violenza. Eppure è proprio a partire dai dati che bisogna analizzare un fenomeno, per cercare di capirlo, arginarlo e infine eliminarlo.
Dicevamo, i dati: in tutto il mondo si verificano 137 femminicidi ogni giorno. Un dato che proiettato per i primi due mesi del 2020 parla di quasi 8mila donne uccise. In Asia avviene il maggior numero totale di omicidi di donne, con più o meno 20mila casi registrati in un anno.
I dati in Italia parlano di 95 donne uccise nel 2019, quasi una ogni quattro giorni. Oltre l’85% dei casi di femminicidio avviene tra le mura domestiche o per mano di un ex compagno. Dal 2000 a oggi le donne uccise in Italia sono state 3.230, di cui 2.355 in ambito familiare e 1.564 per mano del proprio compagno o ex partner.
In Italia sono circa 15mila le donne che ogni anno si rivolgono ai centri anti violenza. Aumentano le denunce per maltrattamenti in famiglia, quelle per violenze sessuali e per stalking. Spesso i minori sono costretti ad assistere alle scene terribili e traumatiche delle violenze verso il proprio genitore, alle volte anche alla sua uccisione, o ancor peggio a morire essi stessi per mano dello stesso carnefice che ha ucciso la madre.
I dati Istat per l’Italia ci dicono che un 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subito violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).
Ha subito violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner il 13,6% delle donne (2 milioni 800 mila), in particolare il 5,2% (855 mila) da partner attuale e il 18,9% (2 milioni 44 mila) dall’ex partner. La maggior parte delle donne che avevano un partner violento in passato lo hanno lasciato proprio a causa delle violenza subita (68,6%). In particolare, per il 41,7% è stata la causa principale per interrompere la relazione, per il 26,8% è stato un elemento importante della decisione. Il 24,7% delle donne ha subito almeno una violenza fisica o sessuale da parte di uomini non partner: il 13,2% da estranei e il 13% da persone conosciute. In particolare, il 6,3% da conoscenti, il 3% da amici, il 2,6% da parenti e il 2,5% da colleghi di lavoro.
Le donne subiscono minacce (12,3%), sono spintonate o strattonate (11,5%), sono oggetto di schiaffi, calci, pugni e morsi (7,3%). Altre volte sono colpite con oggetti che possono fare male (6,1%). Meno frequenti le forme più gravi come il tentato strangolamento, l’ustione, il soffocamento e la minaccia o l’uso di armi. Tra le donne che hanno subito violenze sessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche, cioè l’essere toccate o abbracciate o baciate contro la propria volontà (15,6%), i rapporti indesiderati vissuti come violenze (4,7%), gli stupri (3%) e i tentati stupri (3,5%).
Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici. Anche le violenze fisiche (come gli schiaffi, i calci, i pugni e i morsi) sono per la maggior parte opera dei partner o ex. Gli sconosciuti sono autori soprattutto di molestie sessuali (76,8% fra tutte le violenze commesse da sconosciuti).
Le donne straniere hanno subito violenza fisica o sessuale in misura simile alle italiane nel corso della vita (31,3% e 31,5%). La violenza fisica è più frequente fra le straniere (25,7% contro 19,6%), mentre quella sessuale più tra le italiane (21,5% contro 16,2%). Le straniere sono molto più soggette a stupri e tentati stupri (7,7% contro 5,1%). Le donne moldave (37,3%), rumene (33,9%) e ucraine (33,2%) subiscono più violenze.
Le donne straniere, contrariamente alle italiane, subiscono soprattutto violenze (fisiche o sessuali) da partner o ex partner (20,4% contro 12,9%) e meno da altri uomini (18,2% contro 25,3%). Le donne straniere che hanno subìto violenze da un ex partner sono il 27,9%, ma per il 46,6% di queste, la relazione è finita prima dell’arrivo in Italia.
Nello specifico, nel 2019, ai 14 centri antiviolenza che fanno parte del Coordinamento dell’Emilia-Romagna hanno chiesto aiuto 4.389 donne. Fra queste, 4.035 donne hanno subito violenza (il 92%). Mettendo a confronto i dati del 2019 con quelli raccolti nel 2017 e nel 2018 si evidenzia un aumento costante delle donne accolte, di circa 5% l’anno. Rispetto al 2017, le donne nuove accolte che hanno subito violenza sono aumentate infatti di 302 unita’, pari all’11% (nel 2017 erano state 2.852).
Forse, davanti a questi dati, si rischia di dimenticare che dietro ai numeri c’erano vite di donne. Donne che avevano passioni e affetti, amavano, lavoravano, facevano progetti e si stavano costruendo una vita, come tutti, o erano state costrette a ricostruirla da capo dopo aver tentato di fuggire da un partner violento. E non ce l’hanno fatta. Perché la legge (volutamente con la lettera minuscola) ancora minimizza e spesso rema contro, proteggendo i carnefici e colpevolizzando le vittime, coadiuvata da una cultura patriarcale che acceca a volte le donne stesse.
Non basta la “Festa della donna” una volta all’anno per parlare di queste tematiche e lavarsi la coscienza, è necessario metterle a fuoco ogni giorno, e soprattutto occuparsene concretamente a partire da un’educazione al rispetto: solo così vi potrà essere Giustizia.