“Basta illazioni sulla situazione dell’Ospedale di Carpi che, pubblicate sui social o diffuse tramite i mezzi di comunicazione, gettano discredito sul lavoro di medici, infermieri, tecnici, operatori e direzioni sanitarie costantemente impegnati, in questi giorni, ad assistere tutti i malati del territorio e a salvare vite.
Si tratta di dichiarazioni che non hanno nessuna fondatezza dal punto di vista clinico o epidemiologico, che alimentano incertezza e paura nei cittadini: la situazione interna del Ramazzini è continuamente monitorata dall’Azienda USL di Modena, che sin dai primi giorni ha messo in atto un piano straordinario di tamponi proprio con l’obiettivo di individuare tutte le eventuali positività per non mettere a rischio né i cittadini né tantomeno gli operatori”.
Lo riferisce Antonio Brambilla, Direttore generale dell’Azienda USL di Modena ricordando che ogni tre giorni l’Azienda ha aggiornato tramite comunicati stampa sulla situazione dell’Ospedale e sui casi covid-19 positivi riscontrati negli operatori sanitari, l’11 marzo (2 positivi), 13 marzo (15), 16 marzo (25), 20 marzo (38) – e ad oggi sono 48, di cui alcuni non ospedalieri – in linea con i tempi di lavorazione dei tamponi e con le necessarie verifiche epidemiologiche della Sanità Pubblica.
Negli stessi testi l’AUSL ha illustrato passo dopo passo l’evoluzione dell’organizzazione interna dell’Ospedale, allestita per rispondere correttamente al bisogno crescente dei cittadini dell’Unione Terre d’Argine che continuano incessantemente ad esser ricoverati con sintomatologia sospetta o confermata di coronavirus.
La presenza di reparti dedicati e isolati consente di assistere al meglio le persone, con l’utilizzo dei dispositivi di protezione previsti, limitando il rischio di contagio e dedicando le restanti aree dell’Ospedale alle altre attività – quelle urgenti mantenute dalle normative regionali e ministeriali – che non si sono mai interrotte. A Carpi si continua a partorire in sicurezza, a curare bambini, a effettuare interventi chirurgici urgenti, ad assistere i pazienti con altre patologie. Tanti professionisti generosamente si sono rimessi a disposizione per l’assistenza ai reparti con più pazienti o in attività sul territorio, o sostituendo i colleghi ammalati di coronavirus.
Carpi ha un numero alto di operatori contagiati, non per “colpa” della struttura sanitaria o degli operatori stessi che, in una situazione straordinaria dal punto di vista del carico gravante sui reparti, hanno dato assistenza a una città che sin dai primi giorni è stata quella con la percentuale più alta di persone covid-19 positive, se si contano le tre più popolose: il dato ad oggi dei contagiati sul totale della popolazione è dello 0,23% contro lo 0,16% di Modena e lo 0,21 di Sassuolo, differenze che le prime settimane erano ancor più evidenti.
Solo la prontezza dell’intervento della Sanità Pubblica e dell’Amministrazione comunale, in stretta sinergia, ha consentito di isolare alcuni luoghi dove sono state riscontrate le prime positività, di ricercare attivamente i contatti stretti, di effettuare piani di tamponi come ad esempio effettuati nelle case residenza anziani (su ospiti, operatori e OSS) di fronte a sintomatologie sospette. Tutto ciò, unito ai corretti comportamenti messi in atto dai cittadini, consente oggi di poter rispondere al meglio delle attuali possibilità al bisogno di assistenza dei malati di covid.
“Anche a fronte della difficoltà, diffusa in tutto il mondo, di reperire i dispositivi di protezione, l’impegno dell’Azienda è massimo nel garantire il rispetto dei criteri di sicurezza e di protezione per operatori e pazienti in ogni ospedale e in ogni reparto, covid e non covid.
In un periodo così difficile per tutta la sanità italiana – conclude Brambilla – serve rispetto e sostegno per il lavoro delle strutture sanitarie in cui ogni giorno, grazie a centinaia di operatori, si assistono con impegno e dedizione i cittadini della nostra provincia”.