MIRANDOLA – A Mirandola monta la protesta contro il progetto di maxi porcilaia a Cividale. Una raccolta firme, quando sarà possibile uscire dal proprio appartamento e battere casa per casa, e intanto una mail bombing. Lo preannuncia il comitato frazionale di cittadini di Cividale.
“Si passerà dal progetto della precedente amministrazione come “la porta di accesso all’area naturalistica all’oasi delle Valli” alla “porta di accesso alle porcilaie delle valli” nel silenzio totale di questa nuova amministrazione – scrive dal comitato Giuliana Porcelli – Saranno felici tutti i residenti della zona di viale Gramsci, via dei Fabbri, via Cavo e Via Borghetto di poter respirare prossimamente un buon odore di “sisso” soprattutto nelle giornate quando soffia il vento da est.
Il Comitato Frazionale di Cividale dice No alla Porcopoli, in attesa di poter uscire di casa al fine di iniziare una raccolta firme, invito i Cividalesi ad inviare email al Sindaco di Mirandola di disappunto“
Le fa eco Proselpino Caleffi, sempre dal comitato di cividalesi. “Io credo che sia un obbligo, da parte dell’amministrazione comunale, consultare il Comitato Frazionale in assemblea pubblica ,qui si parla di ampliare un’attivita’ inquinante vicino alle nostre abitazioni.Pertanto procederemo con una raccolta di firme appena sara’ possibile uscire di casa, nel frattempo chi è in grado di farlo invii una email di disappunto al sindaco di Mirandola.#noallaporcopolicividalese#“.
La rabbia è tanta in zona, perchè in via Fabbri l’azienda Gasparini vuole allargare l’azienda, che già oggi ospita più di 1.800 maiali, e realizzare una nuova struttura dove ci saranno fino a 4000 animali. Aumenteranno i liquami prodotti, le emissioni di azoto e metano. Insomma, si tratta di una presenza impattante di certo per gli odori. Pericolosa, visto che il tema su quanto inquinino i maiali e se possano contribuire alal diffusione del Covid 19i è così caldo in questi giorni? Il progetto è stato presentato diverso tempo fa ed è fermo alla Valutazione di Impatto Ambientale (Via), dove Arpae ha già presentato delle prescrizioni cui l’azienda ha dato risposta. Ma come per tutti i progetti di questo tipo, visto che l’Italia è un paese dove la libera impresa è consentita, se nessun ente della Via troverà valide argomentazioni per impedirlo, verrà fatto.