L’accordo prevede che le nuove risorse, raccolte in un unico fondo regionale camerale, vadano a incrementare i 10 milioni di euro già messi a disposizione da viale Aldo Moro: i fondi poi saranno ripartiti e trasferiti ai Confidi che hanno aderito alla misura regionale, per interventi a favore di tutti i settori produttivi
BOLOGNA – Anche le Camere di Commercio, da Piacenza a Rimini, scendono in campo per sostenere la liquidità delle imprese dell’Emilia-Romagna, per un supporto concreto nell’affrontare la situazione di difficoltà dovute all’emergenza sanitaria. E lo fanno incrementando le risorse, 10 milioni di euro già messi a disposizione dalla Regione nelle scorse settimane, attraverso un apposito bando per la concessione di quote di un fondo da destinare all’abbattimento dei costi per l‘accesso al credito, finalizzato alla ripresa del sistema produttivo.
L’iniziativa prende le mosse da un Protocollo quadro per il “Sostegno alla liquidità delle imprese colpite dagli effetti dell’applicazione delle disposizioni sul contenimento del Covid-19”, sottoscritto da Regione e da Unioncamere regionale.
Le Camere di commercio di ciascuna provincia dell’Emilia-Romagna stanno deliberando, e lo faranno entro il prossimo 30 aprile, l’importo da destinare a un fondo regionale camerale, temporaneamente collocato presso Unioncamere, che fungerà da soggetto collettore. Le risorse raccolte, che andranno poi ad incrementare quelle già messe a disposizione della Regione, verranno ripartite e trasferite da Unioncamere regionale ai Confidi che hanno aderito alla misura regionale, per interventi a favore delle imprese di tutti i settori produttivi.
“Il protocollo firmato con Unioncamere conferma la collaborazione proficua che la Regione Emilia-Romagna ha attivato con le rappresentanze imprenditoriali, per affrontare in modo congiunto questa crisi straordinaria- ha commentato l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla-. Ringrazio le Camere di commercio per l’impegno che rafforza le nostre misure, volte a favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese e delle attività libero professionali, e per il supporto di elaborazione statistica che puntualmente ci consegna. La ripresa non può che ripartire dal sostegno a chi in questa regione produce, crea reddito e dà lavoro”.
Il Protocollo prevede anche la disponibilità di Regione e Unioncamere ad allargare la collaborazione ad ulteriori azioni a supporto delle imprese colpite dagli effetti dell’applicazione delle disposizioni sul contenimento del Covid-19. Questo anche in vista della graduale ripresa delle attività economiche e a garanzia della competitività del sistema produttivo emiliano-romagnolo.
“Si tratta di uno sforzo straordinario profuso dalle Camere di commercio– ha dichiarato il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Alberto Zambianchi–, tenendo conto che ancora stiamo soffrendo i pesanti tagli alle risorse camerali provocato dall’attuazione della legge di riordino. Ma era uno sforzo che dovevamo fare per le nostre piccole e medie imprese, spina dorsale delle economie locali e nazionale. Abbiamo dimostrato di essere un sistema unito e coeso, e questo ci consente di fare massa critica delle risorse disponibili e quindi garantire interventi tempestivi ed efficaci, ma con questa iniziativa abbiamo anche rafforzato ulteriormente il rapporto con la Regione con la quale gli ambiti di lavoro comune si stanno moltiplicando”.
Ciascuna Camera di commercio, sulla base della somma destinata al fondo regionale camerale, detiene una percentuale dello stesso sull’ammontare totale del fondo. Queste quote saranno utilizzate esclusivamente a favore delle imprese dei rispettivi territori di competenza in regola con il pagamento del diritto annuale. Inoltre, per un efficace utilizzo delle risorse, Unioncamere regionale si riserva di escludere dalla ripartizione delle proprie risorse i Confidi che, applicando al fondo camerale le percentuali definite dalla Regione, non risultassero dotati delle risorse ritenute necessarie per soddisfare ragionevolmente la richiesta di almeno una impresa per ogni territorio di competenza delle Camere di commercio territoriali.