Rifondazione Comunista invia una nota sulla situazione nelle Case di Residenza per Anziani. Riportiamo integralmente:
Il commissario regionale Sergio Venturi ha recentemente segnalato la rischiosità della situazione delle case di residenza per anziani (CRA), e la stampa modenese sta confermando l’alto numero di decessi tra gli ospiti e di contagi nel personale. Questa situazione è causata dall’inadeguatezza delle procedure e dei dispositivi di protezione individuale (DPI), e ciò ha fatto sì che si ammalassero le persone più fragili (pazienti negli ospedali, anziani nelle CRA) e le persone più preziose (medici/infermieri) portando, in Italia, alla morte di oltre 60 medici.
Rifondazione comunista ha sempre appoggiato le lotte del personale assistenziale che da tempo rivendica contratti equi e un trattamento dignitoso, non solo dal punto di vista economico. La pandemia sta solo evidenziando, in questo come in altri campi, le scelte sbagliate fatte dai governi degli ultimi decenni, che hanno tagliato risorse umane e materiali, i servizi essenziali e privatizzato strutture e servizi pubblici rendendo inesigibile per un’ampia fascia di cittadini il diritto alla salute e all’assistenza.
Noi di Rifondazione comunista riteniamo non solo che il welfare sia ciò che contraddistingue una società coesa, inclusiva e giusta, ma che debba essere totalmente pubblico. Per questo chiediamo nell’immediato che si effettuino rigidi controlli sulla effettiva dotazione di dpi per il personale che opera in ambito sociosanitario: ci siamo stancati delle promesse! Vogliamo che il personale medico e assistenziale sia fornito di mascherine, guanti, camici e tutto quello che serve a tutelare il SUO prezioso lavoro. Ma questo non è sufficiente, perché il nostro orizzonte è la fase successiva all’emergenza, e in quella prospettiva chiediamo che i comparti sociali, educativi e sanitari rientrino totalmente nel pubblico, perché solo una gestione nell’interesse collettivo e senza scopo di lucro è in grado di tutelare i diritti di tutte e tutti.