BOMPORTO – “Da quando sono scattate le disposizioni del governo che hanno imposto limitazioni alle persone di uscire, molte aziende agricole, come la mia, hanno riscontrato problemi eseguire le normali operazioni colturali: molte persone, infatti, entrano nei campi con il rischio di imbattersi in un trattore in lavorazione, specialmente tra i filari dei frutteti e dei vigneti”. È Alessia Borgato, imprenditrice agricola venticinquenne di Bomporto, che nella frazione di Solara conduce frutteti e seminativi adiacenti al paese e che segnala un comportamento rischioso per gli avventori.
“Convinti di non correre rischi – dice la Borgato, che fa parte dell’Agia, l’associazione dei giovani agricoltori aderente alla Cia – trovano il terreno agricolo un luogo sicuro per fare una corsa o un giro in bicicletta in tutta tranquillità convinti di essere al sicuro. Noi confiniamo con un parco pubblico, quindi le persone hanno facile accesso ai campi per fare corse e passeggiata. Purtroppo – sottolinea la Borgato – lavorare in queste condizioni è difficile, perché negli ultimi giorni durante le normali attività, le persone attraversavano i campi ed i filari dei frutteti, spesso ascoltando la musica con le cuffiette, correndo il rischio di trovarsi all’improvviso un trattore che sbuca da un frutteto improvvisamente: questo è un pericolo per le persone e una grande responsabilità per noi agricoltori. Abbiamo cercato di limitare gli accessi ai campi – afferma l’imprenditrice – ma in questo periodo è difficile perché ci sono tante operazioni colturali da svolgere”.
“Comprendiamo la situazione problematica dei cittadini – gli fa eco Alberto Notari, vice presidente di Cia-Agricoltori italiani Emilia Centro – ma non possiamo trasformare le aziende agricole in parchi pubblici. Certo, non abbiamo preclusioni a mostrare cosa avviene nelle aziende, ma deve essere fatto in sicurezza e nel rispetto delle norme vigenti: è vero che sono all’aperto, ma si tratta della nostra attività. Quando le disposizioni governative e regionali lo permetteranno – aggiunge Notari – ricordiamo che abbiamo diverse attività che consentono la fruizione delle nostre imprese, come ad esempio le fattorie didattiche, gli agriturismi e le aziende che fanno vendita diretta, luoghi che sono preposti alla accoglienza degli avventori. Insomma – conclude Notari – facciamo affidamento sulla responsabilità ed il senso civico dei cittadini e cerchiamo di assicurare la loro incolumità”.