Per cercare di frenare l’epidemia di Covid-19 il Governo ha imposto una quarantena ferrea con multe da 400 fino a 3mila euro per i trasgressori. Gli italiani possono uscire solo per motivi di salute, comprovate esigenze lavorative o per situazione di necessità. C’è un comparto che tuttavia può derogare a questi obblighi, quello agricolo.
Agli agricoltori e a tutti gli operatori della filiera è infatti permesso circolare liberamente, pur rispettando gli obblighi di indossare le mascherine protettive e mantenere un metro di distanza dagli altri. Eppure, nonostante il settore primario sia considerato strategico per il paese, si registrano alcuni casi di agricoltori multati mentre si recavano al lavoro.
A denunciarlo è ad esempio Copagri Puglia. “Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni da parte di nostri associati, ad esempio dal comune di Grumo, i quali lamentavano di essere stati fermati dai carabinieri, che hanno loro contestato le violazioni previste dal dpcm attualmente in vigore”, ha dichiarato in una nota il presidente di Copagri Puglia Tommaso Battista.
“Un agricoltore, in particolare – sottolinea Battista – mentre si recava nei propri fondi per svolgere le pratiche agricole veniva fermato e denunciato dai carabinieri che gli contestavano la violazione in ordine agli attuali divieti di spostamento”.
Confagricoltura Campania ha invece lanciato l’allarme riguardante le multe comminate a lavoratori agricoli che utilizzano trasporti collettivi per andare a lavorare. Pur a fronte di un via libera a livello regionale di questa pratica, denuncia l’associazione, “le aziende stanno subendo notevoli disagi legati al fatto che troppo spesso le Forze dell’ordine impegnate nella vigilanza del territorio ignorano questi importanti chiarimenti (il via libera della regione, Ndr), comminando sanzioni ai lavoratori, aumentando così lo stato di difficoltà delle imprese”.
Anche Cia – agricoltori italiani ha denunciato alcuni casi di agricoltori multati perché usciti di casa per andare a lavorare. E in una nota Raffaele Carrabba, presidente regionale di Cia – agricoltori italiani della Puglia, chiede che siano sempre autorizzati quegli agricoltori, anche hobbisti, che si recano nei fondi per “ottemperare agli obblighi imposti dalla Regione Puglia relativi alla lotta e contenimento del batterio Xylella fastidiosa per la manutenzione dei fondi rustici, operazioni che comprendono oltre che le arature anche le operazioni di potatura e le pratiche colturali previste dalle norme”.
Una richiesta accolta dal dipartimento Agricoltura, sviluppo rurale e ambientale della Regione Puglia che in una circolare, diretta a tutti i prefetti della Regione, ha sottolineato l’obbligatorietà per tutti, agricoltori professionali e non, di applicare le misure fitosanitarie contro il vettore della Xylella.
Le Forze dell’Ordine hanno infatti il compito di distinguere tra agricoltore professionista (che ricava il proprio reddito dal lavoro agricolo) e hobbista (chi lavora la terra per passatempo o per auto-sussistenza). Ai primi la legge permette di operare in libertà. I secondi invece non potrebbero circolare, anche se ogni regione poi può decidere in autonomia. E dunque molte sanzioni potrebbero essere causate da questa difficile distinzione.
Per le forze di polizia potrebbe infatti essere non semplice decidere se lasciare passare un apicoltore che produce per autoconsumo, oppure un piccolo allevatore con pochi capi o ancora il proprietario di un piccolo oliveto che vuole potare le piante, magari in ottemperanza a qualche prescrizione regionale in relazione al contenimento della Xylella fastidiosa.