SAN FELICE E CAMPOSANTO- Le denunce dei rappresentanti di classe, i malumori dei genitori. La rabbia e il timore della denuncia: se c’è una cosa che a San Felice e Camposanto ha mosso gli animi in questi giorni di lockdown è la didattica a distanza che tocca a centinaia di bambini e ragazzi di tutte le età. Infatti, se inizialmente i bimbi delle materne sono stati dimenticati (è stata questa l’impressione), nelle scuole dei più grandi, le scuole dell’obbligo, gli insegnanti non hanno perso i contatti con gli alunni. Ma questo non vuol dire che sia andato tutto bene. Anzi.
Tante le difficoltà che sono state denunciate, l’ultima arriva direttamente dalla scuola di Camposanto, dalla scuola primaria. E’ un papà, il signor Mirel Cotoi, che ha preso carta e penna per scrivere a un giornale locale, spiegando che nelalclasse del suo bimbo si era partiti bene, facendo senza problemi 16 ore di didattica on-line, divise in 4 giorni , con 2 ore la mattina e 2 il pomeriggio.
Ma ci è stato comunicato che la direzione ha intenzione di ridurre le ore di didattica on line a 6 ore settimanali, motivando la riduzione con il fatto che il numero di ore davanti agli schermi è eccessivo, e che le classi parallele di San Felice fanno meno ore. Le rappresentanti delle classi hanno mandato una PEC al Istituto Comprensivo di San Felice chiedendo di continuare con l’orario attuale, in quanto i bambini in qualsiasi caso passano tante ore davanti agli schermi, vista la situazione attuale.
In più – scrive il papà – si è visto che i bambini aspettano sempre con gioia l’inizio delle lezioni, che diventano anche momenti di interazione sociale, la cosa che manca di più in questo periodo. La dirigenza non ha risposto, ma le insegnanti il giorno 8 aprile hanno comunicato che la direzione ha deciso di ridurre le ore di didattica non più a 6 ma a 8 ore settimanali.
Le rappresentanti delle classi quarte hanno mandato una nuova PEC per chiedere un incontro in videoconferenza, ma di nuovo non hanno avuto risposta. O meglio hanno avuto una risposta solo oggi 16 aprile, dopo che in tantissimi hanno chiamato anche il sindaco di Camposanto per lamentarsi della scarsa didattica on-line.Nella risposta – riporta l’uomo – di nuovo le stesse cose: le ore sono troppe davanti agli schermi, e bisogna uniformare la formazione delle classi parallele. Quindi invece di aumentare le ore delle classi parallele, diminuiscono le ore delle nostre classi, un livellamento al ribasso. In qualsiasi caso anche con 16 ore di didattica a distanza non si riesce a fare quello che si faceva in classe, ma ci si avvicina molto, e in queste condizioni è tanto. Nella risposta arrivata oggi la dirigenza si giustifica per la mancata risposta con la situazione di emergenza e il fatto che sono 6 plessi scolastici in 2 comuni. Ma ignorare qualsiasi richiesta è la norma per la dirigenza. Io personalmente ho mandato una PEC il 16/10/2018 per chiedere chiarimenti sulle modalità di nomina dei genitori rappresentanti mensa. Non ho mai avuto risposta.
Questo sembra il modus operandi standard, perché anche altra gente che ha scritto non ha mai avuto risposta. Ma nello stesso momento riceviamo un sacco di mail dall’Istituto, anche con gli auguri per Pasqua. Possiamo scrivere fino alla noia cose come collaborazione, impegno, didattica on-line, ma alle parole non seguono i fatti, è tutto inutile.
La situazione attuale con la didattica on-line a Camposanto è la seguente: le 1° fanno 2 ore settimanali iniziate 06/04, le 2° fanno 3 ore settimanali iniziate nella seconda metà di marzo, le 3° fanno 6 ore settimanali sempre iniziato a metà marzo, le 5° fanno 7 ore settimanali. Può essere chiamata didattica on-line con cosi poche ore?
Vogliamo parlare poi della materna che era stata dimenticata del tutto? Lo sappiamo tutti che la situazione è difficile, ma le problematiche sono più vecchie. Il tentativo della dirigenza di livellare verso il basso è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il bicchiere.
“La lettera è stata fraintesa e la precisazione era doverosa” si affretta a puntualizzare Valentina Pasquini, presidente del Comitato dei genitori di Camposanto. “Non si pensi che la lettera raccogliesse il punto di vista di più genitori e che fosse una critica al corpo docente, non è così”, ridimensiona.
Una cosa è certa: gli studenti di San Felice e Camposanto possono contare su un “team genitori” solerte e scrupoloso che si spende vigorosamente affinché tutto proceda come deve. La stretta conseguenza è un dibattito aperto e controverso: non tanto sugli insegnanti, considerati dai genitori premurosi ed efficienti, quanto sulla presenza, sull’intervento e sulla collaborazione della scuola.
“In qualità di presidente del Comitato, ho un filo diretto con la preside – prosegue Pasquini – E avevamo proposto ai genitori di convogliare le problematiche più urgenti e comunicarle al direttivo del Comitato”. Scrivere in autonomia, per quanto giusto e legittimo, avrebbe ulteriormente complicato una gestione già di per sè difficoltosa.
“Immagino che per la preside non sia stato facile far fronte a tutte le telefonate e le mail dei genitori. Capisco le proteste sulle tempistiche di risposta, ma – tira le orecchie la Pasquini – in questa situazione bisogna essere un po’ più tolleranti”.
Fortunatamente da qualche settimana l’istituto comprensivo può contare sul “team dell’innovazione” – che dovrebbe sopperire alla figura dell’animatore digitale rimasta vacante nell’ultimo anno- che, in poco più di una settimana, è riuscito a creare gli account personali per tutti gli studenti dell’Istituto. Inoltre, “In collaborazione con la sindaca Zaniboni e il presidente d’Istituto, abbiamo richiesto alla preside un tavolo tecnico in previsione della riapertura della scuola a settembre”- conclude la Pasquini- ” un incontro che coinvolga tutte le parti per capire come poter ripartire nel migliore dei modi”.
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