Il 30 marzo 2020 la Commissione Congiunta della Regione Emilia Romagna ha espresso il secondo parere negativo al progetto di recupero della abitazione e camera mortuaria del Cimitero di Finale Emilia “…in quanto il progetto si configura quale intervento di mera rifunzionalizzazione dell’edificio in contrasto con gli obiettivi del Piano….. Stante l’entità estremamente modesta del danno rilevato, e quindi del finanziamento ammissibile, si invita nuovamente il soggetto attuatore ad un’attenta valutazione delle reali necessità della permanenza di detto immobile nei Piani Annuali Opere Pubbliche – Beni Culturali -Edilizia Scolastica Università.”
Con queste parole, pressochè identiche alla prima bocciatura del 23 luglio 2019, la Regione ha bocciato nuovamente il progetto di recupero della abitazione e camera mortuaria del Cimitero di Finale Emilia per un importo di € 260.000, e ora il progetto non può più essere finanziato da trasferimento regionale.
Questa è l’ennesima conferma della grande difficoltà in cui si trova l’assessorato ai lavori pubblici, che sotto la diretta guida del sindaco Palazzi ha già perso 1,3 milioni per l’auditorium e vede la ricostruzione pubblica paralizzata.
Più volte abbiamo chiesto al sindaco di lasciare la guida dell’assessorato. Cos’altro dobbiamo attendere?
Richiedere finanziamenti post sisma alla regione per qualsiasi opera (cosa che ha fatto la precedente amministrazione), tra cui piazza baccarini e ex casa del custode, non vuol dire ottenere per forza il finanziamento. Se i danni non sono causati direttamente dal sisma, questi fondi non si possono ottenere. Semplice. Il progetto non è stato bocciato in quanto tale (come qualcuno vuole far credere), ma resta e sarà finanziato dal comune. I soldi stanziati a bilancio provenienti dalla regione restano anche loro, semplicemente saranno spostati su un capitolo di un’opera da ricostruire con danni realmente riconducibile al sisma. Come al solito il PD e la sinistra civica dimostrano di non essere ben informati. Ma tranquilli, ci pensiamo noi a dire la verità.