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“Ma l’amore c’entra?”, il documentario sugli uomini maltrattanti di Elisabetta Lodoli

da | Apr 29, 2020 | Mirandola, Carpi, Altri Comuni, Sanità | 0 commenti

Il documentario “Ma l’amore c’entra”, girato dalla regista Elisabetta Lodoli che vede la collaborazione del Centro Liberiamoci dalla violenza dell’Azienda USL di Modena è visibile online, gratuitamente, fino al 30 aprile, all’indirizzo https://docacasa.it/film-della-settimana/ma-l-amore-c-entra/.

Un’occasione per ribadire un fermo NO alla violenza contro le donne che spesso – e ancor di più in questo periodo di limitazioni dei contatti interpersonali – si consuma nel silenzio delle mura domestiche. Ma anche per comprendere più a fondo un fenomeno complesso, andando oltre gli stereotipi, e per osservare, attraverso lo sguardo della regista, i comportamenti e i pensieri degli uomini maltrattanti e il loro percorso di crescita, verso una presa di consapevolezza del loro agire.

Il documentario, visibile da alcuni giorni, è ospitato sulla piattaforma “Doc a casa – una rassegna visibile al tempo di un nemico invisibile”, che raccoglie le opere degli autori di documentari emiliano-romagnoli (riuniti nella rete DER). I lavori – otto ogni settimana – sono disponibili gratuitamente per tutti, con l’obiettivo di promuoverli e favorire il contatto tra i documentaristi e il loro pubblico.

“Mi è sembrata un’ottima occasione – racconta Elisabetta Lodoli – non solo per consentire a chi è a casa in quarantena di vedere il documentario, ma soprattutto per tenere alta l’attenzione sul tema della violenza contro le donne, sapendo che in questo periodo possono aumentare le occasioni di maltrattamenti entro le mura domestiche. La speranza è che guardandolo, sempre più persone possano rendersi conto che questo tema tocca tutti noi molto da vicino. Voglio anche ribadire che ci sono percorsi e prospettive per uscirne, una vera e propria rete non solo a disposizione delle donne, ma anche degli uomini che vogliano cambiare il proprio comportamento”.

Il documentario racconta infatti tre storie di uomini che si sono rivolti al Centro LDV dell’Azienda USL di Modena, il primo Centro in Italia gestito da un’istituzione pubblica a proporre un percorso agli uomini autori di maltrattamento e che anche in questo tempo di coronavirus sta lavorando incessantemente.

“Ringraziamo di cuore Elisabetta Lodoli per questa opportunità – dichiara Monica Dotti, coordinatrice del Centro – perché ci consente di mettere al centro ancora una volta l’importanza di prevenire e di intervenire per arginare il fenomeno della violenza contro le donne. Rivolgo inoltre un invito a chi si trova a subire o anche ad agire comportamenti violenti: non aspettate e chiedete aiuto, l’Azienda USL c’è, e con protagonista di comportamenti violenti: non aspettate e chiedete aiuto, l’Azienda USL c’è, e con l’AUSL le tante associazioni che in provincia lavorano in sinergia per offrire supporto a 360 gradi”.

In particolare si ricorda che l’AUSL ha ampliato, nei Consultori Familiari, l’attività di consulenza psicologica telefonica a disposizione delle donne maltrattate, mentre il Centro “Liberiamoci dalla violenza” dedicato agli uomini maltrattanti ha prodotto materiali dedicati alla gestione del momento di stress da coronavirus. Esiste una pagina dedicata, www.ausl.mo.it/violenzadomesticacovid che riunisce, distretto per distretto, tutti i numeri utili a disposizione di chi intenda chiedere aiuto.

Ma l’amore centra?

La violenza contro le donne nelle relazioni affettive. Ne parlano tre uomini che cercano un cambiamento.

Paolo, Luca, Giorgio (nomi di fantasia) hanno avuto comportamenti violenti contro la moglie o la compagna, ma della propria violenza si sono spaventati.  Sono tre uomini “normali”, le loro sono storie quotidiane eppure sconvolgenti, diverse ma legate da un problema comune, e che per questo si sono incontrati nel luogo in cui i tre hanno cercato aiuto: il centro LDV (Liberiamoci dalla Violenza) ­ Azienda USL di Modena.

Non è però un documentario sulla terapia, piuttosto è una riflessione sui meccanismi individuali e sociali che portano ad agire violenza, sugli stereotipi culturali e sull’educazione sentimentale che spesso è alla base della cultura maschile.

cast: Lorenzo Ansaloni, Andrea Lupo, Andrea Santonastaso
sceneggiatura: Federica Iacobelli, Elisabetta Lodoli
fotografia: Andrea Dalpian
montaggio: Paolo Marzoni, Pietro D’Onofrio
musica: Daniele Furlati
produzione esecutiva: Roberta Barboni
produzioneMaxMan Coop, con il contributo del MiBACT

Il documentario è stato presentato per la prima volta alla Festa Internazionale del Cinema di Roma nel 2017, successivamente riproposto con successo in varie parti d’Italia e all’estero: Montreal, Washington DC, Taipei, Hong Kong; Beirut, Strasburgo.

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