MIRANDOLA – Un lungo intervento del Sindaco di Mirandola Alberto Greco sulla festività del Primo Maggio, di seguito in forma integrale.
“Domani 1° maggio, sarà una Festa del Lavoro che di certo verrà ricordata. Il rispetto delle misure per il contenimento ed il contrasto del Covid-19, a cui tutti dobbiamo attenerci non consentirà manifestazioni o celebrazioni come gli anni scorsi. Ciò non toglie però che il lavoro, in quanto tale mai come in questo momento storico deve rimanere al centro dell’attenzione di ognuno, istituzioni soprattutto, comprese.
È noto il grande sforzo lavorativo messo in atto dall’intero sistema produttivo del biomedicale mirandolese per fronteggiare la situazione di crisi. A partire dal 25 febbraio scorso, al fine di rispondere in modo adeguato all’incremento delle richieste di strumentazioni sanitarie provenienti dall’Italia e dall’estero, le aziende del comprensorio hanno aumentato vertiginosamente le ore di lavoro. Tante, hanno predisposto la turnazione produttiva distribuita nell’arco della intera giornata e per l’intera settimana (lasciando la domenica, in parecchi casi, come giorno riservato alla sanificazione degli ambienti lavorativi). Come pure sono state effettuate nuove assunzioni di personale, dato il picco produttivo generato da una domanda in constante incremento. Uno sforzo che non è passato inosservato – se ne è parlato a livello nazionale ed internazionale – e che riconferma le peculiarità produttive d’avanguardia di un indotto consolidatasi sul territorio negli anni ed in grado di esprimersi sempre al meglio, anche nelle situazioni di crisi. A queste imprese a quanti vi operano al loro interno, va il mio sentito ringraziamento, oltre a quello del Consiglio comunale e dell’intera Amministrazione.
Un ringraziamento che si rinnova sempre in tema di lavoro, anche nei confronti di tutto il personale sanitario, medico, infermieristico e tecnico, e dei i volontari. Compresi, quelli provenienti da altre parti d’Italia che si sono messi a disposizione per prestare assistenza all’interno dell’Ospedale di Mirandola Santa Maria Bianca.
E poi c’è il coraggio, di chi nonostante la situazione ha trovato la forza di crearlo il lavoro: pensiamo a quei giovani e sono stati diversi, che puntando su strumenti innovativi hanno saputo fare squadra e mettersi in gioco realizzando un portale informativo finalizzato a dare utili informazioni ai cittadini. Ma anche a chi ha puntato su di un mestiere per così dire “d’altri tempi” nell’era della tecnologia, aprendo una piccola attività commerciale di generi alimentari e di beni di prima necessita.
Argomento questo delle piccole, piccolissime e medie imprese che non può non farci focalizzare l’attenzione su tanti settori, anche sul nostro territorio, in cui l’attività lavorativa in questi ultimi due mesi a causa del coronavirus si è drasticamente ridotta, se non addirittura in certi casi sospesa del tutto.
Nel sottolineare ed elogiare comunque il coraggio che anche queste imprese stanno dimostrando, resistendo, nell’attesa di poter ripartire, non va dimenticato, bensì sottolineato il dramma e le difficoltà che, per loro, i loro dipendenti e le famiglie, questo stop sta significando. Pensiamo ai negozi, all’artigianato, ai pubblici esercizi, all’edilizia, alla meccanica… a tutta quella rete imprenditoriale che ancora oggi rappresenta l’ossatura portante del nostro sistema economico e che senza non si può pensare né immaginare crescita e sviluppo del territorio.
Siamo consapevoli del momento “drammatico” vissuto da molti nostri concittadini e che sta rendendo incerto e precario il futuro di tanti lavoratori.
Trapela dunque la preoccupazione, mia e dell’Amministrazione comunale di fronte alle poche certezze che ancora si intravedono in direzione di una ripartenza annunciata come graduale, ma che si presenta non priva di rischi in termini occupazionali. La via della “prudenza” intrapresa, da parte del Governo, non riconosce la volontà di chi, con tutte le precauzioni e gli adeguamenti del caso, vuole riaprire per non soccombere. Proseguire nella chiusura di un’ampia parte del mondo economico è la via più facile e con meno responsabilità. Ma la sfida oggi, è trovare come garantire a tutti di poter lavorare.
Il pericolo di una ricaduta e di una ripresa dei contagi è noto e non va sottovalutato. Ma interi settori sono a rischio. Non ci si può dunque dimenticare degli imprenditori e di tutti coloro che nell’autonomia di un lavoro – che ogni giorno decidono di portare avanti tra tanti sacrifici – rappresentano la spina dorsale del Paese. Perché, se è vero che le grandi aziende garantiscono centinaia di migliaia di posti di lavoro, e per questo la riapertura di molti settori del manifatturiero e di quelli vocato all’export è stata doverosa e importante, ci sono anche tantissimi lavoratori autonomi e imprenditori che pur di non soccombere e preservare il capitale umano, ce la stanno mettendo tutta. E senza tirarsi indietro nel pagamento degli affitti, delle utenze, dei fornitori…
Il confronto con le parti sociali è sempre proseguito e il protocollo per la gestione Covid negli ambienti di lavoro, ne è la dimostrazione. Il protocollo per la riapertura in sicurezza dei cantieri, anche se a distanza di settimane, è arrivato. E allora che si lavori seriamente su questo, perché la tutela dei lavoratori è una priorità, ma è vitale anche preservare il Paese da una recessione che peserà come un macigno per lungo tempo.
Passeranno mesi prima di “tornare alla normalità”: normalità che probabilmente ci dovremo abituare a interpretare diversamente, perché il Covid ci ha cambiati e ha cambiato molte certezze del nostro vivere, soprattutto collettivo. Dobbiamo far tesoro di quanto appreso, continuando a porlo in essere responsabilmente. La strada è lunga; l’auspicio però, è che la si possa percorrerla insieme, senza lasciare indietro nessuno. E, come Sindaco di Mirandola, il mio impegno volto a garantire la tutela e la salvaguardia dei posti di lavoro sul nostro territorio, non verrà a meno e sarà al massimo.”
L’Amministrazione comunale, nel rispetto dei dettami di legge imposti dall’emergenza Covid-19, che prevedono divieti di assembramento, non potrà dare corso a pubbliche manifestazioni di piazza, ma la ricorrenza del 1° Maggio – Festa dei lavoratori sarà ricordata con l’apposizione di uno striscione celebrativo da parte delle tre principali associazioni sindacali CGIL-CISL-UIL davanti alla sede del Municipio di Piazza della Costituente, dove faranno sventolare i loro vessilli.