C’è stato qualche aumento, e se ne sono accorti in tanti. Scontrini alla mano, è bastato confrontare le cifre per prodotto e la differenza intercorsa tra il mese di febbraio e quello di aprile per notare come siano “lievitate” velocemente.
Si è compreso che non era solo una percezione quando la Confesercenti di Modena ha reso note le percentuali al rialzo della filiera alimentare: d’altra parte, in tempi di Coronavirus quando gli specialisti dicono di tenere alte le difese immunitarie e di aiutarsi con la vitamina C, il primo prodotto che “cade in tentazione” da aumenti sono le arance tarocco, che in effetti sul mercato sono aumentate del 30%, anche perché molto ricercate. Cavoli, broccoli, melanzane e asparagi hanno subito notevoli aumenti, di oltre il 20%, sia perché di fine produzione sia per scarsità di arrivi, specialmente dal centro Italia. Le carni, soprattutto la carne rossa e la carne di maiale, hanno visto un aumento del prezzo medio rispettivamente del 40% e del 25% in più.
Una sorpresa di questa quarantena da emergenza Coronavirus è invece il grande aumento del consumo di uova, zucchero, lieviti vari e farina, per produzioni casalinghe: la mania della panificazione, a giudicare le fotografie che hanno invaso ogni tipo di social, anche su quei profili che erano assolutamente digiuni da qualunque tipo di “vita casalinga” e di “cultura alimentare”, ha preso piede. Tanto che essendo tutti presi dalla novità di fare il pane e i soldi in casa, la vendita di prodotti tradizionali e tipici come l’uovo al cioccolato o la colomba non è decollata. Vedremo se tra qualche mese, finita l’emergenza, si concluderà questa “febbre da impasto”.
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