MODENA – “Prevedere che il Covid 19 sia un infortunio sul lavoro, e quindi lasciare spazio all’ipotesi di una responsabilità degli imprenditori, con le relative conseguenze penali, non solo è sbagliato, ma addirittura folle: nessuno, può essere chiamato – sottolinea la nota – a rispondere di un rischio generico di salute del quale non può controllare la fonte”.
È una bocciatura senza appello quella che Claudio Medici, presidente di CNA Modena, fa dell’articolo 42 del decreto “Cura Italia” 18/20, quello che riconosce il coronavirus come infortunio anche in luoghi di lavoro non sanitari. “Le imprese stanno già sostenendo tanti cosi per garantire la sicurezza sul lavoro: mascherine, termoscanner, analisi sierologiche, divisorie in plexiglass, eccetera eccetera. Non si può chiedere loro di farsi carico anche di questo clima di incertezza giuridica”.
“È indispensabile – continua Medici – introdurre una misura legislativa che escluda la responsabilità degli imprenditori nel caso un dipendente contragga il Coronavirus. Lo prevede la direttiva europea datata 12 giugno 1989 che consente agli Stati di escludere la responsabilità dei datori di lavoro per atti dovuti a circostanze estranee, anormali, imprevedibili, eccezionali, le cui conseguenze non avrebbero potuto essere evitate nonostante tutta la diligenza possibile. Il decreto Cura Italia di maggio, in discussione in questi giorni, è l’occasione giusta per farlo”.