Controlli all’ingresso, distanziamento, e se un bimbo si rileva il Covid, tutto si ferma: ecco come saranno i centri estivi nella Bassa. Che partiranno dopo la data di chiusura delle scuole: sabato 6 giugno per elementari, medie e superiori, 30 giugno per le scuole dei più piccoli. I Comuni sono pronti, i gestori privati hanno diversi interrogativi da affrontare: il rischio è che l’offerta sia ristretta. Ma almeno quella del pubblico è garantita.
In Unione Area Nord, che ha le competenze per i centri estivi che riguardano bambini piccolissimi e ragazzi di ogni età, si sta progettando il da farsi con i gestori che hanno vinto l’appalto per modificare le offerte ludiche e formative che avevano presentato in una fase pre Covid.
L’idea è anzitutto ragionare su piccolissimi gruppi e per diverse fasce di età, coi gruppi che non si mischiano con gli altri. Anche i giochi non potranno essere scambiati. Ci saranno ingressi scaglionati e controlli in stile “triage”, una costante igienizzazione delle mani, una verifica all’esterno in presenza di eventuali sintomi sospetti.
Per lo svolgimento in sicurezza dei Centri estivi si metteranno in campo: attività preferibilmente all’aperto, aerazione costante e sanificazione degli ambienti in caso di soggiorno al chiuso. Bambini organizzati in piccoli gruppi a seconda delle fasce di età, seguiti sempre dallo stesso o dagli stessi educatori, senza contatti tra gruppi diversi, bambini accolti su più turni, con fasce orarie diversificate in modo da evitare assembramenti. E ancora, pluralità di spazi sicuri per le attività, triage all’ingresso senza far accedere gli accompagnatori agli spazi comuni, rispetto dove possibile delle distanze, anche come elemento del gioco, modalità e attenzioni specifiche per l’inclusione di bambini e ragazzi con disabilità, formazione di tutto il personale coinvolto su precauzioni e utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, massima attenzione ai principi di igiene e pulizia, sanificazione dei giocattoli (diversi per ogni gruppo) a fine giornata, e senza momenti di aggregazione come gli spettacoli di fine soggiorno.
“Mi auguro che tra fine maggio e inizio giugno si possa iniziare. Intanto auspico che presto i bambini possano tornare a giocare nei parchi”, ha detto il governatore emiliano Stefano Bonaccini. “Saranno soprattutto all’aperto, garantendo ovviamente zone d’ombra e servizi. Stiamo pensando agli spazi di scuole e materne, centri culturali, sportivi, fattorie didattiche, oratori, parrocchie”, ha sottolineato Bonaccini. Ora che è arrivata luce verde dal Consiglio dei ministri alla graduale riapertura dei Centri estivi, si è sbloccato il processo che a catena, da Roma poi da Bologna in giù, porterà a varo dei centri estivi.
In attesa delle linee guida, in Ucman si è preso a riferimento il protocollo sanitario – quello di febbraio, che non dovrebbe subire grandi modifiche – e su questo “Stiamo costruendo un nuovo impianto organizzativo, coinvolgendo esperti, associazioni e rivedendo i programmi iniziali: triage in ingresso, con step sanitari chiari, corridoio in uscita protetto, attività semilibere e guidate, modello scuola, attività che vanno dai compiti alla conversazione di inglese, alle attività musicali o artistiche oppure motorie, come danza, tutte pensate con giusto distanziamento sociale”, argomenta l’assessora di Mirandola Marina Marchi.
“Per quanto riguarda i centri estivi, sono in contatto costante con la Regione e con gli altri assessori Ucman per garantire ai cittadini un servizio di centro estivo sicuro e ben organizzato – racconta la Marchi – Siamo in progettazione con i gestori, che hanno vinto l’appalto, per modificare le offerte ludiche e formative, che avevano presentato in una fase pre covid, ma le indicazioni ufficiali della regione tardano ad arrivare, quelle linee guida che stiamo aspettando tutti e che saranno determinanti.
Per ora prendiamo come riferimento il protocollo sanitario e su questo stiamo costruendo un nuovo impianto organizzativo, coinvolgendo esperti, associazioni e rivedendo i programmi iniziali: triage in ingresso, con step sanitari chiari, corridoio in uscita protetto, attività semilibere e guidate, modello scuola, attività che vanno dai compiti alla conversazione di inglese, alle attività musicali o artistiche oppure motorie, come danza, tutte pensate con giusto distanziamento sociale. Formazione degli educatori sui protocolli sanitari, preparazione di materiale informativo digitale da divulgare, procedure di sanificazione costanti e implementazione di buone pratiche. Gli spazi non ci mancano, sia esterni che interni, in grado di reggere un numero cospicuo di ragazzi”.
Per quanto riguarda Mirandola, saranno a disposizione due asili per le attività dei bimbi da 24 a 36 mesi: si tratta del nido La Civetta e de Il paese dei balocchi, fino a mese di luglio, ma si attende, prima di ufficializzare, di capire se la Regione ha in mente progetti alternativi per questa fascia di età dove attuare il distanza è più difficile.
Per i disabili c’è la struttura di Medolla in cui opererà Magic Ballons, per la fascia 6 -11 anni ci sarà il Centro estivo del Comitato unitario delle polisportive a Mirandola, per la fascia 11-16 quello della Quarantolese mentre per la materna si va avanti fino al 30 giugno con le attività della didattica a distanza.
“Abbiamo ben presente il duplice problema dei cittadini: da una parte – sottolinea la Marchi – il diritto alla socialità e alla educazione dei bambini, dall’altra il diritto al lavoro dei genitori, seguendo però linee guida chiare, nel rispetto delle norme di prevenzione.
Inutile scaricare su di noi amministratori le colpe dei ritardi nazionali, che inevitabilmente si ripercuotono sui ritardi regionali.
Sono messi come noi tutti i comuni dell’Unione, di qualsiasi colore o bandiera.
Però non mancano di certo le idee, verrà garantita la sicurezza sanitaria, anche se i nodi da sciogliere sono diversi: le mense, i bambini 12-36 mesi, le responsabilità Inail per i datori di lavoro, che coinvolgono anche gli enti gestori. Non siamo noi che dobbiamo dare risposte a questi dubbi, non è nei nostri poteri e nelle nostre competenze”.
“Noi – rivendica l’assessora- ce la stiamo mettendo tutta per essere pronti al via, appena ci diranno quando potremo partire. Intanto lavoriamo in silenzio, senza proclami, attenti ad ogni protocollo, ad ogni annuncio, ad ogni fuga di notizie che può aiutarci a riflettere o a rivedere un particolare, per essere pronti ad uscire con il nostro programma per le famiglie e i bambini… ah e incrociando le dita che non ci sia una recrudescenza del virus o un nuovo contagio, che costringerà poi a chiudere tutto fino a nuovo ordine. Dico così -specifica l’amministratrice mirandolese – perché alla comparsa dei sintomi di un solo membro del centro estivo, tutto dovrà fermarsi e andrà in mano all’Ausl”