Lo smart working è sempre più diffuso anche nel pubblico impiego. Lo conferma l’esperienza dell’Inps di Modena, i cui dipendenti sono tutti in smart working per l’intera settimana, a parte un gruppo di cinque-sei persone che presidia a rotazione la sede di viale Reiter in città.
«Si tratta complessivamente di 230 persone tra gli uffici di Modena e della provincia – spiega Rosamaria Papaleo, responsabile delle politiche del lavoro per la segreteria della Cisl Emilia Centrale – I lavoratori con rete Intranet sono stati forniti dei pc ultraslim in dotazione all’amministrazione centrale. Gli altri, che rappresentano comunque una minoranza, usano il proprio pc e la connessione domestica, ma usufruiscono di assistenza informatica continua per il rafforzamento dei collegamenti Internet.
Da casa – continua Papaleo – sono tutti in grado di svolgere ogni compito e pratica che compete all’Inps: richieste di cassa integrazione ordinaria, verifica dei contributi previdenziali versati dai datori di lavoro, recupero dei crediti vantati dall’Istituto, erogazione di servizi e prestazioni sia di carattere previdenziale che assistenziale.
La produttività, cioè la quantità di pratiche lavorate, inizialmente in linea con la media nazionale (104, requisito minimo 100), è aumentata notevolmente da aprile, con le pratiche per la cassa integrazione ordinaria e in deroga. La sperimentazione dello smart working – conclude la sindacalista Cisl – potrebbe proseguire anche in futuro, fino a diventare una modalità normale».