Nelle Case residenza per anziani (Cra) accreditate modenesi la situazione è in miglioramento anche grazie al piano messo in campo dall’Ausl dall’inizio dell’emergenza Covid-19.
E’ quanto emerso nel corso dell’ufficio di presidenza della Conferenza territoriale sanitaria della provincia di Modena che si è riunito mercoledì 6 maggio, con la presenza del presidente Gian Carlo Muzzarelli, i sindaci dei Comuni capidistretto, i rappresentanti delle autorità sanitarie e dei sindacati.
Su un totale di 3254 posti letto si sono verificati, in 14 Cra sulle 52 attive sul territorio, 151 decessi per Covid-19; i pazienti isolati in struttura sono attualmente 164, mentre 109 sono i guariti.
Durante la discussione Muzzarelli, dopo aver sottolineato la collaborazione del Comune di Modena con l’Ausl per realizzare il piano sulle Cra del territorio, ha parlato di «situazione che sta migliorando come tutto l’andamento dell’epidemia, anche grazie alla capacità delle nostre strutture e all’impegno degli operatori. Ora però serve grande senso di responsabilità da parte di tutti e grande attenzione perché l’emergenza non è finita».
Antonio Brambilla, direttore dell’Ausl di Modena, nel presentare il quadro generale della situazione dell’epidemia, ha confermato il miglioramento dei dati, proponendo anche una riflessione, per questa nuova fase, «alla luce di quanto fatto finora, partendo dalla gestione coordinata dell’emergenza tra Ausl, Azienda ospedaliero-universitaria e ospedale di Sassuolo, la cui flessibilità è stata fondamentale nel garantire posti letto per acuti e capacità delle terapie intensive, fino allo sviluppo dei servizi di domiciliarità, una peculiarità del territorio modenese che dovrà essere sviluppata ulteriormente per migliorare la qualità dell’assistenza territoriale per i cittadini modenesi».
Nella relazione di Federica Rolli, direttrice socio-sanitaria Ausl, dedicata alle residenze per anziani è emerso che l’azienda, sebbene i dispositivi fossero a carico delle strutture come previsto dal contratto di servizio e un obbligo del datore di lavoro, ha distribuito insieme a Protezione civile e Regione finora quasi 480 mila mascherine tra chirurgiche e ffp2; l’azienda ha fornito anche 1.858 occhiali e visiere, 23.755 camici, 26.220 copriscarpe e gambali e quasi 22 mila copricapi; è in corso, inoltre, il completamento dei test sierologici su tutti gli operatori.
L’Ausl, inoltre, dall’inizio dell’emergenza, ha messo in campo condotte omogenee dedicate alle Cra, garantendo a ciascuna struttura il supporto di medici e infermieri e delle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale); avviato anche un progetto di telemedicina che, partendo dalle strutture di Modena, Carpi, Sassuolo e Mirandola con pazienti positivi, sarà progressivamente esteso a tutto il territorio; è stato definito, infine, anche uno specifico piano sulle 35 case famiglia individuate finora con quasi 200 ospiti.
Nel corso della Conferenza sanitaria tutti i sindaci e amministratori intervenuti hanno sottolineato lo sforzo e la capacità di intervento del sistema sanitario modenese, nell’affrontare l’emergenza Covid-19 che, come ha evidenziato Giovanni Gargano, sindaco Castelfranco Emilia, «non è finita, ma ora inizia una fase dove serve senso di responsabilità da parte dei cittadini. Nella gestione degli interventi – ha aggiunto – occorre puntare sul territorio e la domiciliarità», un tema questo, della valorizzazione dei servizi sul territorio e a domicilio, ripreso da Alberto Greco, sindaco di Mirandola.
Angelo Pasini, vicesindaco di Vignola, ha evidenziato la situazione positiva del territorio sia in termini di contagi che nella gestione delle strutture per anziani dove non si sono verificati casi, mentre Francesco Menani, sindaco di Sassuolo, ha parlato di «sistema sanitario che si è dimostrato all’altezza, con l’impegno e il senso di responsabilità di tutti ce la faremo».
Per Tamara Calzolari, assessore alla Sanità di Carpi, dopo aver confermato il miglioramento della situazione nelle Cra del territorio, ha posto i temi del monitoraggio della case famiglia e della gestione protetta dagli ospedali.
Per quanto riguarda i sindacati dei lavoratori, Manuela Gozzi (Cgil) ha sottolineato il problema delle difficoltà a reperire personale nelle strutture per anziani e ha chiesto più test sierologici e più tamponi per gli operatori, oltre a una «diversa riorganizzazione degli spazi da pianificare in futuro per garantire una maggiore sicurezza», tema ripreso da Cosimo Gallo (Uil) e da Andrea Sirianni che, nel ribadire il ruolo fondamentale delle attività sul territorio, ha ripreso il problema della gestione dimissioni protette, mentre Patrizia De Cosimo (Cisl) ha sottolineato la necessità, nella graduale ripresa delle attività ordinarie degli ospedali, di continuare a garantire percorsi protetti per i nuovi casi di Covid-19.