MODENA – Riguardo alla figura del rider, CGIL esprime soddisfazione per l’ordinanza del Tribunale di Firenze. Riportiamo la nota ufficiale del sindacato:
Lo diciamo da tempo e oggi lo riaffermiamo con ancora più forza.
Da dicembre 2017 la figura del rider – cioè i fattorini che, con biciclette scooter o motocicli, che consegnano le merci a casa, perlopiù attraverso specifiche piattaforme digitali – ha diritto alle medesime tutele dei lavoratori subordinati.
La recente ordinanza del Tribunale di Firenze del 5 maggio scorso lo ha confermato una volta di più, riconoscendo il diritto alla sicurezza del rider e l’applicabilità della disciplina del rapporto di lavoro subordinato.
In questa fase emergenziale dovuta al Coronavirus è apparso ancor più evidente il ruolo essenziale del comparto dei servizi e della logistica delle merci, anche al minuto, e dunque anche la figura del rider, direttamente esposto e spesso senza le dovute tutele.
Questo è dovuto al fatto che le piattaforme che controllano queste tipologie di servizio non vogliono riconoscere la qualità di lavoratori subordinati ai rider, esposti dunque sia dal punto di vista della sicurezza, che dal punto di vista contrattuale non vedendosi riconosciuti i giusti diritti.
Sono due anni che rivendichiamo la giusta applicazione contrattuale e i giusti diritti per questi lavoratori.
In tal senso da luglio del 2018 è stato sottoscritto un accordo nazionale che riconosce pienamente il “lavoro” di queste persone e il suo carattere di subordinazione dando, in tal modo, a questi lavoratori un pieno riconoscimento contrattuale e una cornice di diritti chiari e definiti. Ma tale accordo non viene riconosciuto naturalmente dalle piattaforme digitali.
Il Governo a tutt’oggi, nonostante vari annunci, non è intervenuto sulla materia.
Ma rileviamo positivamente che sempre di più – Corte d’appalto di Torino a gennaio e ora anche il Tribunale di Firenze – la giurisprudenza dà un chiaro orientamento di merito.
È tempo di attivare una piena rivendicazione contrattuale e di diritto per i rider.
La Cgil di Modena è pronta ad effettuare i ricorsi per i rider modenesi al fine di perseguire il corretto inquadramento degli stessi e dare diritti e tutele anche a questo settore, ancora oggi considerato alla stregua di un lavoretto agli occhi dell’opinione pubblica, ma che si è rivelato ancor più in questo periodo un’attività essenziale e che, come tale, ha necessità di avere tutte le tutele e tutte le sicurezze di un inquadramento subordinato. I rider, nello svolgimento della loro mansione, sono doppiamente esposti al rischio di contagiare e di essere contagiati se non vengono adeguatamente equipaggiati per mettere in sicurezza se stessi e i fruitori dei servizi. È dunque compito del datore di lavoro fornire i presidi sanitari e relativi rifornimenti ai lavoratori. Esattamente con la stessa celerità con la quale forniscono zainetti e supporti per il trasporto delle merci, i gestori delle piattaforme di consegna a domicilio dovrebbero dotare i rider anche dei necessari dispositivi di sicurezza.
La Cgil ritiene inoltre che il passo successivo consista nella piena implementazione degli accordi esistenti a partire da un patto specifico, anche a livello politico locale, con l’apertura di un tavolo di confronto che, sulla scorta di esperienze analoghe effettuate in altri territori, dia pieno riconoscimento e dignità anche a questa forma di lavoro.
Nei prossimi giorni, come CGIL Modena, rafforzeremo i contatti e le interlocuzioni con i rider al fine di veicolare nel modo più massivo possibile tali contenuti, al fine di richiederne contestualmente la piena applicazione e garantire in tal modo le dovute tutele contrattuali anche a questi lavoratori a partire da una integrale rivendicazione sull’applicazione contrattuale.