RAVARINO – È iniziata nei campi dei soci produttori del Nord Italia e negli stabilimenti di Alseno (Pc) e Pomposa (Fe), la campagna dei piselli di Conserve Italia che segna così l’inizio delle operazioni di raccolta e lavorazione della materia prima da parte del consorzio cooperativo dei marchi Valfrutta, Cirio, Yoga, Derby Blue e Jolly Colombani.
“Sarà una campagna diversa dalle altre – dichiara il direttore generale di Conserve Italia, Pier Paolo Rosetti -, condizionata dal rispetto delle norme e dei protocolli previsti per l’emergenza Covid-19. Siamo un’azienda agroalimentare, pertanto anche nelle settimane più difficili dell’emergenza abbiamo sempre garantito la produzione di alimenti e bevande adeguandoci alle nuove disposizioni anti-contagio, e questo grazie anche alla straordinaria dedizione delle nostre maestranze. Con l’avvio delle campagne, e quindi con l’ingresso negli stabilimenti di centinaia di lavoratori stagionali, il nostro impegno a tutela della salute di tutti sarà rafforzato con protocolli specifici per la gestione di turni e ingressi in fabbrica, oltre alla dotazione dei dispositivi di protezione individuale e alle misure per evitare assembramenti lungo le linee produttive, negli spogliatoi e in sala mensa. È evidente che la campagna 2020 dovrà confrontarsi con un significativo aumento dei costi a carico dell’Azienda per ottemperare a tutte le norme scaturite dall’emergenza Covid-19”.
Negli stabilimenti di Alseno e Pomposa, dove si concentra la produzione delle conserve di vegetali soprattutto con i marchi Valfrutta e Cirio, sono stati assunti circa 680 lavoratori stagionali per questa campagna.
Per quanto riguarda i piselli, ammontano a 2.750 gli ettari seminati dai soci produttori di Conserve Italia, con un aumento del 10% rispetto al programma dell’anno scorso.
“La previsione di raccolta dei piselli – spiega Daniele Piva, direttore produzioni agricole di Conserve Italia – è di oltre 15.500 tonnellate di prodotto in granella. Tuttavia, le aspettative della resa non sono eccezionali, a causa della scarsità di precipitazioni nel periodo primaverile che non ha favorito lo sviluppo vegetativo. L’anno scorso, come si ricorderà, ci fu il problema opposto, con un eccesso di piogge e un maggio molto freddo che causarono problemi alla coltura”.