Pronti? Via! Tutti a pulire e a sanificare, che la Fase 2 impone questo imperativo per tutte le attività e le aziende che voglono riaprire. E non solo. La “sanificazione” andrà fatta spesso, spessissimo: si vuole così evitare la diffusione del Coronavirus.
Ma di cosa stiamo parlando? Non basta una normale pulizia? Per capirne di più abbiamo intervistato un’esperta del settore: Sonia Agrate, imprenditrice di Mirandola che da diversi anni è a capo dell’azienda di pulizie Sos Multiservice
Riusciamo a strapparle un’intervista volante alla fine di una lunga giornata di lavoro e tra una telefonata e l’altra di chi chiede un appuntamento sperando di ottenerlo prima di lunedì 18 maggio , il d-day delle riaperture di ristoranti, negozi, parrucchieri, estetiste, tatuatori e bar.
Che aria tira?
“Il messaggio che arriva è che bisogna pulire tutto, la sanificazione è la chiave, ma per gran parte è come scoprire l’acqua calda. Dove c’è una comunità o un agglomerato di persone è ovvio che ci debba essere igiene e pulizia, i bagni comuni debbano essere sempre puliti e le superfici sanificate. Ma ora non si deve solo garantire un adeguato livello di pulizia diffusa – e questa, forse, è la nuova idea di vita – ti diamo spruzzino e ti sanifichi la tua scrivania”.
Perchè è importante?
Non solo per il Coronavirus, ma per tutti quegli agenti patogeni che girano da sempre, ad esempio il virus gastrointestinale o l’influenza: se l’igiene è garantita, c’è rischio bassissimo per qualunque virus.
Per prevenire basta usare criteri di pulizia standardizzati, ma spesso non ci si faceva caso e non si dava grande considerazione, è stato molto sottovalutato. Pensare che la pulizianon sia una cosa fondamentale, è assurdo. Ad esempio, pulire le pulsantiere degli ascensori: ora si sa che è importante farlo, ma noi lo abbiamo senpre fatto.
Quindi sul lavoro dobbiamo cambiare abitudini?
Si, le abitudini devono cambiare, ma la pulizia in sè non è diversa da quella che si faceva prima. Il problema è che prima si faceva sporadicamente o non si faceva proprio. Ricordo di ristoranti che servivano il cibo su tovaglie candide, e poi alzavi gli occhi e vedevi e le ragnatele tra le travi: quello delle pulizie è un lavoro molto sottovalutato.
Quanto dura una sanificazione?
Finchè non camminate con le mani: le contaminazioni sono immediate, solo una camera bianca è sterile
Delle sanificazioni deve per forza occuparsi una ditta esterna?
No, possono farlo anche i dipendenti e magari, periodicamente, per una pulizia più a fondo, avvalersi della agenzie professionali
Cosa dice la legge?
Gli obblighi derivano dalla circolare 54/43 del Ministero della Salute di febbraio, che è ancora valida e che pare sarà mantenuta nei contenuti anche per il futuro. Le aziende devono attestare la pulizia periodica e la sanificazione, intesa come sinonimo di disinfezione, ovvero di abbattimento della carica batterica e prevenzione della sua formazione con battericidi e virologici e intesa come sanificazione dell’aria, ad esempio impianti di ventilazione (fatta dagli idraulici) laddove ci fosse stato caso positivo di Covid.
Ma la sanificazione è l’ultimo step. La prima cosa da fare è la pulizia (quella che rimuove le cose visibili all’occhio) poi la disinfezione (abbattimento della carica batterica), infine sanificazione aria ed ambienti
Le pulizie con ozono?
Se ne parla tanto, ma non è vero che non sono nocive, ci sono controindicazioni.
Perchè negozi che sono stati chiusi per mesi devono effettuare la sanificazione? I virus non sono morti nel frattempo?
Si, ma va fatto e poi va attestato che la pulizia è stata eseguita con prodotti a base di cloro e base alcolica, presidi medico-chirurgico, con microfibra monouso: si può fare da sè, si tiene un registro con il tipo di pulizie fatte e tipo di detergente e scheda tecnica del prodotto. Ci saranno i bonus per incentivare le persone a farlo, per chiamare una impresa non solo scarichi le tasse ma ti coprono la spesa, cifre anche fino all’80%
Come state lavorando in questi giorni la vostra impresa di pulizie?
Si lavora male perchè è tutto concentrato, ce lo avessero detto un mese fa che il 18 maggio ci sarebbero state le riaperture avremmo organizzato meglio. Nella nostra zona non ci sono aziende che hanno personale addetto alle pulizie, molti hanno delle cooperative addette ai vari settori, una ad esempio per pulire gli uffici, diversa da quella per pulire le camere bianche. Insomma, la situazione è complicata.
Spero che nei primi tempi non ci siano sanzioni, perchè c’è anche un altro problema: quello del reperimento dei materiali monouso. Calzari, camici, copriscarpe, guanti: o non si trovano, o si trovano pochi e a prezzi esorbitanti.
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