Una ricerca realizzata da ECV, classifica gli Stati colpiti dal virus in tre categorie: Winning (vincenti), Nearly there (quasi arrivati) e Need action (bisogno di azione).
“Il virus Covid-19 è un problema globale che necessita di un team globale”.
Con questo slogan “ENDCORONAVIRUS.ORG” (ECV) si presenta.
Un’organizzazione no-profit, fondata il 29 febbraio del 2020 da Yaneer Bar-Yam, fisico ricercatore presso il New England Complex Systems Institute (NECSI). Un Centro di Ricerca del Massachusetts, che conta più di 4.000 volontari e che si occupa di studiare e sviluppare soluzioni efficaci “community-based” per porre fine alla pandemia.
Il team di esperti su cui si basa il lavoro dell’associazione proviene da vari campi scientifici: medico, epidemiologico, tecnologico e data analysis.
Obiettivo di ECV è di esplorare nuovi e unici sistemi per organizzare e risolvere l’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia da virus Covid19.
L’approccio metodologico di ECV alla pandemia è basato su tre fattori essenziali: prestare attenzione razionale di fronte all’incertezza; sfruttare le complesse dinamiche della cooperazione umana per risolvere problemi complessi; tenere in considerazione le soluzioni proposte dalle comunità locali a problemi che riguardano l’intera popolazione mondiale.
I progetti messi in campo da ECV riguardano in particolare:
- Sensibilizzazione: comunicazione a individui, comunità e governi, fornendo linee guida per l’azione.
- Comunicazione: fornire informazioni in tutto il mondo attraverso newsletter e varie piattaforme di social media.
- Azione: impegnarsi nella realizzazione di soluzioni innovative in campo medico e facilitare la consegna di attrezzature mediche a chi ne ha bisogno.
- Tecnologie per la prevenzione: creazione di siti web e app per monitorare e prevenire la diffusione di Covid-19.
- Ricerca e analisi: ricercare, analizzare e presentare dati relativi al Covid-19.
Le azioni da adottare per fermare il contagio
Ridurre la probabilità di trasmissione richiede a tutti di ridurre la probabilità di contatto non solo per non essere infetti, ma anche per non trasmettere la malattia ad altri.
Le azioni adottate dai Governi di tutto il mondo hanno riguardato test tramite tamponi al fine di separare temporaneamente gli infetti da quelli non infetti e la riduzione del contatto tra le persone tramite il distanziamento sociale, al fine di ridurre la vulnerabilità e il rischio per le persone e di “anticipare” l’epidemia in modo che venga interrotta.
Non tutti i Paesi hanno adottato le giuste misure preventive.
I risultati di una Ricerca
Da una Ricerca, realizzata da ECV, dal nome “Quali Paesi danno il meglio nella lotta al Covid-19”, sono stati classificati gli Stati in tre categorie: Winning (vincenti), Nearly there (quasi arrivati) e Need action (bisogno di azione).
Winning – tra i 32 Paesi monitorati, troviamo tra gli altri in Europa Austria, Grecia, Islanda e Slovenia. Nel resto del mondo la Cina.
Nearly there – tra i 31 Paesi monitorati, troviamo tra gli altri, in Europa Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Nordici, Norvegia, Spagna, Portogallo e Svizzera. Nel resto del mondo Israele e Giappone.
Need action – tra i 36 Paesi monitorati, troviamo tra gli altri, in Europa Finlandia, Polonia, Svezia e Regno Unito. Nel resto del mondo, Argentina, Brasile, Canada e USA.
Dalla Ricerca di evince che i Paesi che sono stati in grado di “uscire” più velocemente e con meno danni dall’emergenza sanitaria, sono quelli che hanno adottato fin da subito misure di: distanziamento sociale, restrizioni di movimento, interventi sanitari adeguati, analisi di dati economici e sociali, chiusura temporanea di alcune attività commerciali.
La Ricerca poi continua con alcuni consigli su quali azioni occorre adottare per ridurre il rischio di contagio e quindi arginare il virus.