Riaprono i parchi, ma i bimbi non ci possono giocare. E’ la scelta che è stata fatta qui da noi per gestire la fase 2 dell’emergenza Coronavirus, quella che prevede le prime aperture.
Dopo due mesi di clausura i bambini sì, possono andare al parco, ma non possono usare i giochi pubblichi. Nè tantomeno, possono giocare a nascondino o acchiapparello: sono vietate tout court le attività ludiche.
Altrove, ad esempio a Palermo, non è così. I parchi pubblici saranno aperti e i bimbi ci potranno giocare come sempre. Il Comune di Palermo ha attivato un servizio di prenotazione per gli ingressi: si va in gruppi massimo di 5 persone, tra adulti e bambini, e ci si sta un’ora e mezza. Poi tocca agli altri.
Le idee per gestire un parco pubblico in sicurezza non mancano: imporre l’uso di mascherine, fare disinfettare le mani a tutti prima di entrare, pulire i giochi via via che vengono usati. E’ questione di volontà politica, di attenzione ai bambini e cura per i bisogni dei più piccoli.
Qui da noi invece si è scelta la linea del divieto totale. I primi Comuni ad avere comunicato cosa fare dei loro spazi verdi, qui nella nostra zona, sono quelli di San Felice e di Mirandola. La scelta è stata quella di proibire tout court l’uso dei giochi.
A Mirandola, spiegano dal Comune, “restano inaccessibili i giochi e le attrezzature per bambini, presenti all’interno di parchi ed aree verdi, resta l’obbligo del rispetto della distanza di sicurezza interpersonale”.
A San Felice non solo i giochi per bambini collocati nei parchi non potranno essere utilizzati, ma il Comune rimarca che c’è “il divieto assoluto di svolgervi attività ludiche e/o ricreative” e che “L’inosservanza delle disposizioni verrà perseguita a termini di legge”.
Vedremo cosa faranno i genitori della Bassa: sfideranno la legge e faranno comunque salire sullo scivolo i loro pargoletti? Vedremo davvero le multe “per uso di altalena”? O piuttosto al parconon ci andrà nessuno ancora per molto tempo?