Un lenzuolo bianco per non dimenticare, collocato sabato 23 maggio, all’ingresso del municipio di San Felice sul Panaro. Per non scordare la strage di Capaci in cui, il 23 maggio 1992, persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Ma anche per ricordare chi, nel corso dell’emergenza Covid-19, ha messo in gioco la propria vita per aiutare gli altri: medici, infermieri, forze dell’ordine, volontari.
Il Comune di San Felice sul Panaro ha accolto l’invito dell’Anci, su proposta di Maria Falcone, presidente della Fondazione intitolata a suo fratello Giovanni, di dedicare il 23 maggio a tutti coloro che, in questi mesi, si sono prodigati, con abnegazione e grande senso del dovere, nella difficile gestione dell’emergenza sanitaria.
Il collegamento ideale tra il sacrificio delle donne e degli uomini che per servire lo Stato hanno perso la vita per mano mafiosa con il coraggio e l’impegno dei tantissimi operatori della sanità, dei volontari, delle forze di Polizia statali e locali e di tutti coloro che sono stati in prima linea sia nel soccorso e nella cura sia nelle azioni di contrasto e di contenimento del virus, è il modo migliore per far rivivere l’eredità morale e il messaggio di speranza che ci ha lasciato Giovanni Falcone.
Per questo, sabato 23 maggio, un lenzuolo bianco è stato collocato all’ingresso del municipio di San Felice sul Panaro. Perché tutti ricordassimo.
Un lenzuolo bianco davanti al municipio di San Felice per non dimenticare la strage di Capaci
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