MIRANDOLA,CAVEZZO, CONCORDIA- Tornano le api nei comuni della Bassa ed è boom di segnalazioni: nidi sugli alberi, sui tetti e soprattutto nei cassoni delle tapparelle . L’arrivo del caldo e il fenomeno della sciamatura hanno richiamato nugoli di api nei centri abitati, moltiplicando la presenza di nidi urbani.
Cosa bisogna fare, quindi, se ci accorgiamo di un nido sul nostro balcone? “Innanzitutto mettere in sicurezza la stanza e non toccare nulla”- spiega Alessandro Oliva, apicoltore di Concordia che una settimana fa ha liberato via Curiel di Miraandola dall’invasione di uno sciame di api e che ormai da tempo svolge gratuitamente questo servizio nei comuni della Bassa. Consiglio poi di chiamare immediatamente un apicoltore oppure la polizia municipale, che si adopererà immediatamente per cercarne uno”.
L’apicoltore arriverà in poche ore, raccoglierà lo sciame senza uccidere le api e si prenderà cura di loro una volta recuperate: il metodo più semplice e sicuro che tutela la nostra incolumità e quella di questo preziosissimo insetto.
Nessun rimedio artigianale quindi: un no categorico all’utilizzo di sostanze tossiche o insetticidi, a qualsiasi tipo di manovra (come ad esempio cercare di muovere la tapparella), a rumori bruschi e a roghi improvvisati. “Utilizzando metodi fai-da-te si rischia di uccidere l’ape regina e questo renderebbe impossibile il recupero in sicurezza delle api”- spiega Oliva.
Al di là dei “problemi logistici” è bene ricordare che non si può procedere all’eliminazione diretta dell’alveare: le api infatti rappresentano una specie protetta e la loro uccisione tramite trattamenti insetticidi, si configura come illecito penalmente. “Vorrei ricordare che le api sono tutelate dalla legge”- conclude Oliva -“Ucciderle potrebbe comportare sanzioni fino a 60 mila euro”.