Fare piena chiarezza sulla vicenda “Angeli e Demoni” anche alla luce degli ultimi sviluppi giudiziari. A chiederlo è, con un’interrogazione, Giulia Gibertoni (Misto), che ricorda come “l’indagine sembra dimostrare che l’obiettivo prioritario degli Enti Locali e dei sevizi territoriali, interessati dall’indagine, non fosse quello di prevenire gli allontanamenti di minori dalle proprie famiglie e che non vi fossero attività di recupero della capacità genitoriale della famiglia di origine nonché la rimozione delle cause che avrebbero impedito l’esercizio della sua funzione educativa e di cura, al fine di garantire il rientro del minore in famiglia in tempi il più possibile brevi e nel rispetto del principio di continuità dei rapporti familiari/parentali”.
Da qui un dettagliato atto ispettivo con il quale la consigliera chiede all’esecutivo regionale di sapere “per quali motivi la Regione non abbia avviato alcuna riforma dei servizi sociali per rimuovere le criticità esistenti emergenti dall’indagine ‘Angeli e Demoni’; se l’Azienda Usl di Reggio Emilia si sia costituita o meno parte civile nel processo in corso e in caso negativo quali siano le ragioni della mancata costituzione di parte civile; quali siano stati i provvedimenti della Regione per le inadempienze dell’Azienda Usl di Reggio Emilia sul caso che ha originato l’inchiesta ‘Angeli e Demoni’”.
La consigliera chiede anche se la Giunta “ritenga opportuno fornire un report puntuale che risponda a tutte le questioni sopra poste e che ricostruisca i flussi finanziari in tale ambito degli ultimi 5 anni, per poter verificare questi flussi ed eventualmente rilevare eventuali anomalie, che avrebbero dovuto mettere in guardia chi si occupa di controllo della gestione finanziaria in ambito sociosanitario e se non ritenga necessario e urgente, potenziare le attività dell’Osservatorio per l’infanzia e l’adolescenza dedicando una specifica banca dati alla violenza sui minori”.
Fra i quesiti posti c’è anche la volontà di essere informata ufficialmente in merito all’intenzione o meno dell’amministrazione regionale “di aggiornare il sistema informativo regionale che rileva i dati relativi ai bambini e ai ragazzi assistiti dai servizi sociali territoriali, ai loro nuclei familiari, agli interventi e agli eventuali provvedimenti giudiziari di cui sono destinatari, alle risorse attivate (umane ed economiche), nonché ai nuclei familiari disponibili all’affidamento o all’adozione; quali siano i dati su cui si è basato l’ultimo piano per l’adolescenza e quali azioni specifiche preveda tale piano per la violenza sui minori e se non ritenga opportuno, per evitare casi come quelli che emergono dalle indagini ‘Angeli e Demoni’ rafforzare a livello regionale e locale il lavoro di prevenzione e di sostegno alle situazioni di fragilità delle famiglie e delle coppie con l’attivazione di servizi specifici per i quali servono risorse e personale specializzato”.
Inoltre, Gibertoni interroga l’esecutivo regionale per sapere “se non ritenga opportuno rendere omogenei su tutto il territorio regionale i servizi dedicati agli affidi dei minori e attivarsi per munirli di personale con contratti a tempo indeterminato per evitare che si verifichino casi come quelli di Bibbiano, con assistenti sociali che per paura di non vedersi rinnovato il contratto a termine non rilevavano le storture in essere nel servizio sociale di quel territorio”.
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