CAVEZZO – Quest’anno le imposizioni di Governo e Regione legate al Coronavirus hanno costretto i gestori dei centro estivi ad aumentare i prezzi che chiedono alle famiglie: i costi sono più che raddoppiati, come avevamo raccontato qui, perchè non sono arrivati sufficienti aiuti pubblici per sostenere le famiglie. Nella Bassa questi servizi sono delegati all’Unione Comuni Area Nord per i Comuni di Mirandola, Medolla, Camposanto, San Felice, Concordia e San Prospero, e l’Ucman non ha neanche pagato la mensa come succedeva negli anni scorsi. Così la batosta è finita tutta addosso alle famiglie che si ritrovano a spendere non meno di 115 euro per una settimana, e mediamente sui 130 euro.
Ma basta andare poco distante e vedere che, se si vuole, le famiglie si possono aiutare. A San Possidonio, ad esempio, le offerte per i centri estivi comunali si trovano anche a 35 euro a settimana. Perchè qui il Comune i centri estivi se li gestisce da solo.
Anche Cavezzo è una felice eccezione. Qui si offrono campi estivi anche al costo settimane di 49 euro. Spiegano dal Comune di Cavezzo:
La Giunta comunale di Cavezzo ha deliberato di impiegare risorse economiche per consentire alle famiglie di iscrivere i propri figli ai centri estivi pagando rette settimanali sostenibili sia per quelli organizzati in collaborazione con la Cooperativa Sociale La Lumaca (85 euro per la scuola dell’Infanzia 3/6 anni; 49 euro per la scuola Primaria 6/11 anni, entrambi pasti esclusi), sia per quelli organizzati dalle associazioni (55 euro per la scuola Primaria organizzato da Pallavolo Cavezzo ASD e 50 euro per ragazzi 11/17 anni organizzato dal Circolo Anspi – Centro Giovani Insieme Cavezzo), che il Comune sosterrà economicamente con un contributo. L’amministrazione, durante tutta l’emergenza, si è inoltre adoperata con i gestori privati sia per la conferma dei centri estivi, estendendo per la prima volta il servizio anche al mese di agosto, sia in un’opera di coordinamento e supporto nell’interpretazione normativa. Le numerose nuove disposizioni in materia di igiene, pulizia, distanziamento sociale, numero di educatori, il tutto legato all’emergenza Coronavirus-Covid19, obbligano infatti i gestori a tutta una serie di adempimenti e dotazioni che inevitabilmente causano un aumento considerevole dei costi, con ricadute pesanti e dirette sulle rette a carico delle famiglie: il rapporto educatore-bambini che per la scuola dell’infanzia passa da 1/12 a 1/5 e per la primaria da 1/14 a 1/7; un orario giornaliero e periodo di attività più esteso; l’obbligo di presenza per gli educatori anche durante il riposo pomeridiano dei bambini per la scuola dell’infanzia, oltre alla presenza costante di due persone addette alla pulizia per tutta la durata del servizio.