MIRANDOLA– Roberto Taormina, mirandolese autentico e fiero, ha due grandi passioni nella vita: l’arte e la solidarietà: “La cosa più bella per me – spiega- E’ vedere una persona felice”. Ormai da diversi anni mette al servizio della comunità il suo tempo e le proprie capacità artistiche organizzando feste per grandi e piccini e donando le sue opere a scuole e musei.
Roberto, è impegnato da anni sul fronte del volontariato e ha sempre messo la sua arte “al servizio” di progetti pubblici e collettivi. Come mai questa scelta?
Nel 2007 ho creato l’associazione “Amici della mucca Eurina” a Mirandola. La nostra piccola associazione è diversa dalle altre perché non raccoglie soldi, ma si attiva nel portare aiuti diretti e concreti: così come abbiamo fatto con il terremoto in Emilia-Romagna, quello in Abruzzo e con l’alluvione a Bastiglia. Cerchiamo di capire cosa serve e mettiamo in moto la nostra macchina organizzativa!
In Abruzzo, ad esempio, abbiamo portato materiale di ogni tipo. Tra i nostri progetti c’è quello del babbo natale negli asili e nelle materne, che ormai è diventato una tradizione. I bambini per me meritano tutte le attenzioni di questo mondo, sono al primo posto insieme agli anziani. Credo che la mia sensibilità sia dovuta a un’infanzia molto triste: i miei genitori si separarono quando avevo un anno e non ho mai potuto chiamare papà nessuno. Sono arrivato fin qui con le mie forze. Lavoro, ho una bellissima famiglia, tanti impegni e pensieri, ma la solidarietà è sempre al primo posto: il tempo lo si trova, basta volerlo.
Il territorio della Bassa è spesso coinvolto, in qualche modo, nei suoi progetti artistici. È corretto?
Si, il territorio della Bassa è sempre nel mio cuore, sono orgoglioso di essere nato nel lontano 1969 a Mirandola. Ho creato e donato tante sculture negli anni: alla Croce Blu, al Comune di Mirandola ho ceduto una riproduzione dello stemma dei Pico, una targa alla scuola “Francesco Montanari” per l’inaugurazione (ancora appesa all’ingresso) fino all’omaggio a Luciano Pavarotti, scultura ora nella Casa Museo del tenore. Non riesco a vendere le mie opere, le poche volte che l’ho fatto le ho vendute a poco. Preferisco regalare le mie cose a chi sa apprezzarle. La cosa più bella per me, è vedere una persona felice.
Cosa significa per lei fare arte oggi?
Fare arte per me significa dare sfogo e materializzare le idee che mi escono dalla testa ogni giorno. Ma attenzione, se non sono complicate, quasi impossibili, non mi ci metto: cerco le sfide, mi piace sorprendermi! Ci sono giorni che sembro una persona assente, perché penso sempre, elaboro idee ecc…
Nelle sue opere utilizza materiali differenti: la terracotta, l’argilla, il legno di recupero. Nella sua produzione artistica non ci sono soltanto dipinti, giusto?
L’argilla è il mio grande amore, ma anche il legno non è da meno e anche le pietre. Mi piace tutto quello che è vecchio e si può recuperare. La mia ultima creazione è un orologio che ho messo sul muro esterno di casa mia: un diametro di 90 cm con il volto di Giovanni Pico della Mirandola
Ha nuovi progetti in cantiere?
Tanti, uno su tutti la realizzazione di una mia opera per la città di Mirandola! Sto portando a conoscenza del mio progetto l’amministrazione comunale che ha accolto con molta soddisfazione e apprezzamento.
L’altro progetto invece è già in fase avanzata e ben definita: si tratta di una bellissima festa dedicata a tutti i bambini, per compensare tutto quello che hanno passato con questo virus. L’amministrazione comunale ha già approvato tutto. Sarà una festa organizzata in un parco della città, dove oltre a tanti intrattenimenti, ogni bambino avrà in dono un giochino, caramelle e tanti colori. La festa si chiamerà “Un mondo a colori”: la data è ancora da fissare, lo faremo non appena avremo qualche certezza e sicurezza in più per via del virus.