MIRANDOLA – La consigliera ricorda l’andamento del ciclo microeconomico per i detentori di Partita IVA e chiede l’intervento della Regione per un’assegnazione più puntuale del contributo di 600 euro anche a questa categoria
Il lock down legato all’emergenza COVID-19 ha fortemente compromesso ogni settore del mondo economico, ma ha dispiegato le sue nefaste conseguenze soprattutto su una moltitudine di lavoratori autonomi e titolari di Partita IVA, categorie storicamente prive delle tutele previste per altre forme di lavoratori.
Giulia Gibertoni stigmatizza come molti professionisti, a fronte del brusco stop della loro attività, abbiano percepito l’indennità di 600 euro prevista dal c.d. “Decreto Rilancio” per i mesi di marzo e aprile ma non per il mese di maggio. Per lo scorso mese, infatti, il Decreto varato dal governo centrale assoggetterebbe l’indennità di 1.000 euro solo se viene comprovata la riduzione del 33% del reddito nel secondo bimestre del 2020 rispetto all’analogo periodo del 2019.
Per la consigliera modenese il problema sta nella “riduzione del reddito e non di fatturato, senza tener conto che le fatture in Italia vengono pagate, bene che vada, a 60 giorni dall’emissione”. Tenendo presente questa scansione temporale, è evidente la “contrazione del fatturato, mentre è probabile che gli incassi di marzo e aprile non siano stati tanto diversi da quelli dell’anno precedente”. Evidente quindi la discrasia temporale che nasce da questo sistema di pagamenti e che “pur non avendo potuto lavorare in marzo ed aprile” non permetterà a molti professionisti “di accedere al bonus per aver incassato il saldo di fatture di mesi precedenti”.
Se a questa situazione si aggiunge anche l’impossibilità per i lavoratori autonomi che hanno avuto una diminuzione del fatturato di almeno il 33% di richiedere il contributo a fondo perduto erogato dall’Agenzia delle Entrate in quanto percettori dei 600 euro nei mesi precedenti, per Gibertoni ci troviamo di fronte a quella che le varie rappresentanza professionali hanno etichettato come l’ennesima disattenzione” verso il mondo dei liberi professionisti. Da queste considerazioni scaturisce la domanda/esortazione alla Giunta regionale per avviare un confronto con il governo nazionale finalizzato a rimuovere le attuali norme e tener conto della distinzione tra fatturato e reddito nell’erogazione del contributo ai titolari di Partita IVA.