MIRANDOLA, FINALE, SAN FELICE, CONCORDIA, CAMPOSANTO, CAVEZZO, SAN PROSPERO, MEDOLLA, SAN POSSIDONIO – La consigliera comunale del Movimento 5 Stelle di Mirandola Nicoletta Magnoni, commentando la localizzazione del nuovo ospedale di Carpi, è intervenuta sull’uscita di Mirandola dall’Unione dei Comuni della Bassa. Riportiamo in forma integrale il suo intervento comparso sulla sua pagina ufficiale di Facebook:
La stampa locale dà notizia della localizzazione del nuovo ospedale di Carpi decisa dal sindaco Bellelli e delle reazioni indignate provenienti dall’On. Golinelli della Lega.
Pur condividendo le rimostranze nei confronti del trattamento ingiusto riservato all’UCMAN non si può fare a meno di notare che, ancora una volta, ha prevalso la forza del comune più popoloso: Carpi con i suoi 71.000 abitanti conta molto di più di Mirandola con i suoi 24.000 e riesce ad ottenere un ospedale di area “includendo” anche i cittadini della Bassa a loro insaputa!
Il punto è tutto qui: nei numeri. La Bassa conta ben 84.000 abitanti sparsi su 9 comuni, ma non riesce ad ottenere ciò di cui avrebbe bisogno in campo sanitario perché non riesce nemmeno a mettersi d’accordo sul tipo di ospedale che vuole (baricentrico su due unioni o solo per la Bassa).
Qualcuno potrebbe dire che non siamo molto furbi a stare a litigare su chi ha il campanile più lungo, mentre ci portano via risorse e servizi. Ma noi cittadini della Bassa siamo così purtroppo: ci piace litigare fra noi e così i nostri vicini ne approfittano.
Provate ad immaginare se la Bassa fosse un unico comune di 84.000 abitanti quale forza d’urto avrebbe nel portare avanti le proprie richieste nella CTSS e negli altri organi decisionali a livello provinciale e regionale da cui ora siamo esclusi. E’ ora di concludere il progetto iniziato con la creazione dell’UCMAN 16 anni fa. Ormai siamo ad un punto in cui non possiamo continuare a tergiversare: o spacchiamo tutto, come vorrebbe l’On. Golinelli, oppure andiamo avanti a tappe forzate verso la fusione.Qualcuno potrebbe obbiettare che in questo modo i cittadini dei comuni più piccoli rischierebbero di non venire rappresentati nel nuovo consiglio comunale, ma sarebbe un problema insormontabile? Non è più importante avere un territorio governato in modo omogeneo e in grado di prendere decisioni rapide e di ottenere risorse e servizi commisurati al numero dei cittadini? La rappresentanza locale potrebbe essere esercitata attraverso i consigli frazionali che assumerebbero un’importanza molto maggiore di ora in virtù del maggior numero di persone che rappresentano.