Finita l’emergenza Coronavirus e il lockdown, si torna a parlare di Mirandolexit, il progetto del Comune a trazione leghista di uscire fuori dall’Unione Comuni Area Nord.
L’ultimo scontro è avvenuto sui centri estivi per i bambini. Dopo tre mesi senza scuola e senza alcun contatto con i coetanei, Mirandola si è attivata affinché partissero al più presto, ma ha trovato muro in Unione Comuni Area Nord e quindi adesso i mirandolesi dovranno aspettare che tutti i Comuni siano pronti per partire.
Così, prende più forza il progetto di tirare fuori Mirandola dall’Unione, tanto che secondo indiscrezioni di stampa il piano è già allo studio negli uffici comunali.
Il Pd sbotta. Afferma il segretario del Pd di Mirandola, Marco Azzolini:
Abbiamo capito benissimo che i leghisti di Mirandola vogliono uscire dall’Unione perché non vanno d’accordo con nessuno. Non ci hanno però ancora detto quali sarebbero i vantaggi per i mirandolesi. Anzi, apprendiamo dala stampa di oggi, che in municipio ci sarebbe uno studio che dimostra che l’uscita sarebbe un bagno di sangue anche per Mirandola. Ciò pone due problemi. Primo, se c’è uno studio è ora che sia messo a disposizione di tutti i consiglieri e dell’opinione pubblica: una decisione così importante non può essere preparata con metodi carbonari. Secondo, è ora che il sindaco e la giunta passino dalla propaganda al merito: ci vogliono i conti, i numeri del personale, le proposte per la riorganizzazione dei servizi. Noi continuiamo a pensare che l’Unione vada riformata e non abbattuta, ma qualunque scelta deve essere supportata da valutazioni serie e approfondite e non compiuta sull’onda di qualche colpo d’ala (o colpo di testa), che a questo punto sembra più un diversivo per nascondere la mancanza di veri progetti che una soluzione ai problemi della città.