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Modena nell’HUB nazionale e regionale delle Terapie Intensive

da | Giu 6, 2020 | Cronaca | 0 commenti

Anche Modena, con gli Ospedali dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena partecipa al nuovo HUB nazionale e regionale delle terapie intensive voluto per far fronte all’emergenza COVID19, con la realizzazione di 48 posti letto complessivi di Terapia Intensiva, 18 all’Ospedale Covile di Baggiovara e 30 al Policlinico di Modena. Stamattina è stata inaugurata la struttura dell’Ospedale Civile, che sarà completata entro il 12 giugno e potrà entrare in funzione da 20 giugno. Al Policlinico, invece, i lavori termineranno entro il mese di luglio. Modena, quini, rientra tra le 6 strutture regionali – le altre sono a Rimini, Bologna e Parma – sempre disponibili per pazienti, Covid e non, di tutto il Paese, realizzata grazie al progetto della Regione e del ministero della Salute.
Si tratta di un investimento complessivo, tra Lavori e Attrezzature Biomediche di quasi 13 milioni di euro (4.634.292 per l’Ospedale Civile, 8.284.288 per il Policlinico di Modena) la cui copertura è garantita da un mix di risorse statali e regionali oltre che da donazioni ricevute dall’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena. La progettazione dei fabbricati è una donazione della Società di Progettazione POLITECNICA di Modena.
Entrambe le strutture sono realizzate mediante l’installazione di moduli prefabbricati nelle adiacenze della struttura ospedaliera. “La scelta delle aree di installazione – ha commentato il dottor Antonio Brambilla, Commissario Straordinario dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena – prossime alle aree dedicate all’emergenza ed aree critiche è funzionale alla migliore fruibilità dei supporti logistici dei corpi di fabbrica esistenti. Le strutture saranno dotate degli spazi a supporto delle attività sanitarie nonché degli impianti e delle tecnologie biomediche necessarie per garantire la piena funzionalità dei posti letto di terapia intensiva. Queste strutture ci consentiranno di dare una risposta appropriata a eventuali nuove ondate epidemiche e rimarranno sempre a disposizione di tutta la popolazione della nostra Regione”.

“A Baggiovara, i lavori edilizi sono cominciati il 7 maggio. Oggi, meno di un mese dopo, la struttura è sostanzialmente terminata – ha aggiunto l’Ing. Gerardo Bellettato – quindi possiamo dire che questa struttura è sorta a tempo di record grazie al lavoro di tutti. È stato un impegno importante perché questo edificio, come quello che nascerà al Policlinico, si definisce prefabbricato perché è realizzato a moduli, ma di fatto ha la stessa tenuta termica, resistenza e comfort di una struttura tradizionale. Per questo motivo, desidero ringraziare i miei collaboratori, le ditte intervenute per la realizzazione e Politecnica che ha donato il Progetto e la Direzione Lavori”

“Ogni posto letto è stato studiato nei minimi dettagli, nonostante l’emergenza in corso, per ottenere dal progetto il massimo della potenzialità – ha commentato l’Ing. Massimo Garagnani, Direttore del Servizio Unico Ingegneria Clinica – I dispositivi medici previsti (letto specialistico, ventilatori, monitor per parametri fisiologici, sistemi infusionali, emogasanalisi), tutti di ultima generazione, sono stati selezionati non solo per le elevate prestazioni diagnostico/terapeutiche ma anche per l’elevata predisposizione a funzioni informatiche avanzate, al fine di ricevere , esportare e condividere dati con le altre applicazioni ospedaliere. Questo consentirà l’informatizzazione del flusso di lavoro e la massima disponibilità di tutti i dati clinici del paziente direttamente presso il suo posto letto a vantaggio della sicurezza e della capacità di poter prendete la migliore decisione clinica nel minor tempo possibile. Desidero a questo proposito ringraziare i miei collaboratori Claudio Conti che ha definito la progettazione tecnologica e Giorgio Lunati che seguito l’allestimento del posto letto.”

“Le due strutture – commentano la dottoressa Elisabetta Bertellini, Direttore dell’Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva dell’Ospedale Civile e il prof. Massimo Girardis, Direttore dell’Anestesia e Terapia Intensiva del Policlinico – saranno chiamate a rispondere prioritariamente ai fabbisogni delle province di Modena e Reggio Emilia in particolare e della rete regionale e nazionale più in generale, con un bacino di utenza potenziale di circa 1.241.000 abitanti”. Sul territorio la rete prevede, oltre alle 2 strutture Covid Intensive Care un Centro di Riferimento di terapia intensiva per la provincia di Reggio Emilia collocato presso l’ospedale S. Maria Nuova, nonché le terapie intensive di Carpi e Guastalla. La rete prevedrà a regime sulle due province un totale di 139 PL di TI (pubblici).

Sanità. Ecco l’Hub regionale e nazionale per la Terapia intensiva: oggi l’inaugurazione a Bologna, Modena e Parma, dopo quella di ieri a Rimini. Un progetto di Regione e ministero della Salute da 26 milioni di euro, diventato realtà in tempi brevissimi. Il ministro Speranza: “Archiviamo la stagione dei tagli, il diritto alla salute prima di tutto”. Il presidente Bonaccini: “Investire nella sanità pubblica la priorità, qui lo facciamo mettendo una rete d’eccellenza al servizio del territorio e del Paese”

Sei strutture, attrezzate con le più moderne tecnologie, che aumentano la dotazione complessiva dell’Emilia-Romagna di 146 nuovi posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva, utilizzabili da subito per l’attività ordinaria e disponibili per la gestione di un eventuale ritorno del Covid o altre emergenze, accogliendo pazienti anche da altre regioni. Si aggiungono i 45 creati a Piacenza durante la crisi e ora resi strutturali. L’intervento reso possibile grazie anche ai fondi raccolti con la campagna regionale “Insieme si può”. Gli interventi realizzati in ogni centro della rete territoriale: al Policlinico Sant’Orsola e all’Ospedale Maggiore di Bologna, al Policlinico e all’Ospedale Civile di Baggiovara, a Modena, all’Ospedale Maggiore di Parma e all’Ospedale Infermi di Rimini

Bologna – Dopo Rimini ieri, oggi è la volta dell’inaugurazione dei nuovi spazi di BolognaModena e Parma.

È l’Hub regionale e nazionale per la Terapia intensiva, a disposizione dell’Emilia-Romagna e dell’intero Paese: il progetto di Regione e ministero della Salute, annunciato nemmeno due mesi fa, a metà aprile, è già realtà, grazie a un lavoro di squadra e a un investimento complessivo di 26 milioni di euro.

Articolato su 6 strutture ospedaliere e ospedaliero-universitarie del territorio – a Bologna, Modena, Parma e Rimini – rafforza il sistema sanitario regionale, pubblico e universalistico, aumentando la dotazione complessiva di 146 nuovi posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva: spazi utilizzabili da subito per curare pazienti in situazioni critiche che richiedano questo tipo di assistenza specialistica nell’ambito dell’attività ordinaria, e ai quali ricorrere per gestire un’eventuale nuova ondata epidemica di pazienti Covid, provenienti anche da altre regioni, o qualsiasi altra emergenza.

Con la concreta possibilità che possano ospitare parte dei pazienti ancora oggi ricoverati in terapia intensiva in reparti Covid di altri ospedali, permettendo a tali strutture di tornare appunto all’erogazione di servizi e prestazioni fornite prima dell’emergenza.

Una Rete territoriale sviluppata all’interno dei nosocomi esistenti, che si integra in essi ed entra a pieno titolo negli spazi operativi della sanità emiliano-romagnola e italiana, dislocata all’Ospedale Infermi di Rimini (34 nuovi posti letto di terapia intensiva), al Policlinico Sant’Orsola (14) e all’Ospedale Maggiore di Bologna (34), al Policlinico di Modena (30) e all’Ospedale Civile di Baggiovara (18), sempre a Modena, e all’Ospedale Maggiore di Parma (14).

Vanno poi considerati i 45 posti letto di terapia intensiva creati nella provincia di Piacenza, una delle aree più colpite in Italia,durante la crisi da Coronavirus, che diventano strutturali all’interno della sanità regionale pubblica.

Dei 26 milioni investiti, 5 milioni sono fondi raccolti con la campagna regionale “Insieme si può”, che ha visto tantissimi cittadini, imprese, fondazioni, istituti bancari fare donazioni e per la quale si sono prestati numerosi testimonial fra giornalisti, attori, musicisti e cantanti, sportivi, ricercatori (è in corso di ultimazione la realizzazione del portale dedicato con la rendicontazione di tutte le risorse e del loro utilizzo).

È stato il ministro della Salute, Roberto Speranza, insieme al presidente della Regione, Stefano Bonaccini, a visitare oggi alcuni dei punti dell’Hub delle Terapie intensive: la giornata è iniziata in mattinata all’Ospedale Maggiore di Bologna – presente anche la vicepresidente Elly Schlein – per proseguire all’Ospedale di Baggiovara (Mo) e, nel primo pomeriggio, al Maggiore di Parma. A chiudere il programma, Piacenza, per recarsi al Pronto Soccorso e per l’incontro con il personale sanitario, per settimane, encomiabile, sempre in prima fila – come ha detto Bonaccini: “Siete stati l’orgoglio dell’Emilia-Romagna, non lasceremo solo questo territorio” – e infine in Comune.

Con il ministro e il presidente della Regione, presenti nelle varie tappe anche l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, la vicesindaca Valentina Orioli a Bologna e i sindaci Gian Carlo Muzzarelli a Modena, Federico Pizzarotti a Parma e Patrizia Barbieri a Piacenza.

“Siamo al lavoro per rafforzare il servizio sanitario nazionale- afferma il ministro Speranza-. La lezione del Covid-19 ci dice che la difesa del diritto alla salute viene prima di tutto. Perciò va archiviata per sempre la stagione dei tagli e dobbiamo continuare ad investire come fatto negli ultimi mesi”.

“Quello che inauguriamo oggi è un progetto importante e innovativo, che in tempi rapidi vede l’Emilia-Romagna mettere a disposizione del proprio territorio e di tutto il Paese una struttura d’eccellenza, che rafforza la sanità regionale e quella nazionale- afferma il presidente Bonaccini-. Investire nella sanità pubblica e universalistica, che curi chiunque abbia bisogno senza alcuna distinzione, è la strada per ripartire e ricostruire, scegliendo una rete di servizi diffusa nei territori. Un impegno che abbiamo condiviso col Governo, che ringrazio per questo, dovuto anche ai tanti che non ci sono più a causa della pandemia, ai loro familiari e a chi ancora sta soffrendo. Questo progetto è frutto di competenze e risorse, incluse le generose donazioni dei nostri concittadini per la raccolta fondi voluta dalla Regione: anche in questo caso ringrazio per tanta disponibilità, una dimostrazione di fiducia che vogliamo raccogliere dando risposte concrete. Dopo mesi drammatici- aggiunge il presidente-, la situazione finalmente è migliorata, ma questo non significa assolutamente abbassare la guardia. Se ce la stiamo facendo è stato grazie all’impegno di tanti, primi fra tutti i professionisti e gli operatori che hanno lavorato e che lavorano ogni giorno nelle nostre strutture sanitarie, e ai quali non mi stancherò mai di dire grazie. Rappresentano un patrimonio prezioso- conclude Bonaccini– che vogliamo valorizzare e sul quale vogliamo continuare a puntare”.

“Anche se i dati degli ultimi giorni relativi all’andamento dell’epidemia in Emilia-Romagna ci confortano e fanno ben sperare, dobbiamo rimanere vigili e continuare nella nostra azione di contrasto al virus- ricorda l’assessore Donini-. Con l’inaugurazione di oggi, il quadro della Rete che potenzierà le cure intensive in regione, e che sarà al tempo stesso a servizio di tutto il Paese, è completato. Un traguardo, questo, che abbiamo raggiunto in tempi rapidi e con un grande sforzo collettivo; lo vorrei dedicare- aggiunge l’assessore- a tutti i professionisti della sanità che non sono mai venuti meno ai loro compiti, dedicandosi con abnegazione assoluta ai pazienti e lavorando in condizioni estremamente difficili. E anche a coloro che, nonostante tutti i tentativi fatti per salvarli, purtroppo ci hanno lasciato e che non dimenticheremo mai”.

 

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