Che sarebbe stata una batosta, lo si intuiva. Ma non di queste proporzioni. I costi dei centri estivi sono infatti raddoppiati, in qualche caso anche più che raddoppiato, rispetto allo scorso anno. Dalle nostre parti il centro estivo più economico di San Felice offre un tempo pieno a 115 euro a settimana. Nello stesso ente, lo scorso anno costava 74 euro. C’è chi invece nel 2019 chiedeva una cinquantina di euro, e adesso ne chiede 145. A Mirandola, chiedeva nel 2019 35 euro solo mattina con pranzo, nel 2020 è passato a 135 euro, sempre solo mattina con pranzo, a settimana. A Medolla si è passati da 70 euro a 135 euro a settimana. Prezzi da yacht club anche a San Prospero (130 euro a settimana), e a Camposanto (135 euro a settimana).
Così, una spesa che una volta era tutto sommato gestibile, aiutata anche con i bonus della Regione, ora è diventata un salasso: per tenere i bimbi al centro estivo mentre mamma e papà lavorano, da metà giugno a fine agosto se ne vanno almeno mille euro – se si trova posto in quello più economico – oppure anche 1300 euro. E guai ad avere più di un figlio!
I gestori per primi si aspettavano che l’Unione Comuni Area Nord deliberasse un aiuto. Anche perchè con questi prezzi molte famiglie (già gravate dalla crisi e dai problemi occupazionali legati alle restrizioni per il Coronavorus) proprio non ci arrivano a permettersi un centro estivo. Ma non è arrivato nulla: dall’ente che gestisce i servizi per l’infanzia – l’Unione area Nord appunto – non un euro è stato stanziato.
Ma un altro mondo è possibile. A Maranello, ad esempio, il Comune ha scelto di aiutare i genitori e i gestori mettendoci del suo. Ha portato sul piatto 300 mila euro, così da permette di iscrivere i propri bambini alle attività gestite dal Comune senza costi aggiuntivi. Così, a Maranello il rincaro lo paga il Comune, nella Bassa il rincaro è tutto sullo spalle delle famiglie.