Non c’è pace per l’edilizia della Bassa, a rischio 250 posti di lavoro in Sicrea e Siteco. Per questo i sindacati chiedono che la Regione convochi subito un tavolo per sconguirare la cessazione dell’attività delle due imprese edili.
Scrivono dalla Cgil
Ci appelliamo alla Regione Emilia-Romagna affinché acceleri la convocazione di un tavolo regionale per scongiurare la cessazione delle attività delle società edili modenesi Sicrea Spa e Siteco Srl, che andrebbe a produrre la perdita di oltre 250 posti di lavoro nonché del know how maturato dalla fusione di Cmr, Orion, CdC e Cooperativa di San Possidonio.
Purtroppo però queste “cattive acque” son repentinamente mutate in una cascata verso il basso poiché ieri, mentre le Organizzazioni Sindacali Provinciali del settore Edile, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, attendevano risposta alla richiesta, presentata la settimana scorsa, di attivazione di un tavolo regionale per crisi, i rappresentanti delle due società, in maniera unilaterale senza alcun coinvolgimento dei Sindacati hanno presentato domanda di cassa Integrazione per cessazione dell’attività.
Se da un lato, per Sicrea Spa, la crisi era conclamata e già portata all’onore delle cronache con la presentazione, il 6 maggio 2020, di un concordato preventivo (con la nomina, quale Commissario Giudiziale della Dottoressa Federica Zaniboni), per Siteco Srl la richiesta di una Cassa Integrazione per Cessazione dell’attività è arrivata del tutto inaspettata in quanto, negli incontri che le Organizzazioni Sindacali hanno avuto con il nuovo amministratore, dottor Alfredo Medici, questi si era detto sempre fiducioso di una ripartenza dell’azienda e di una probabile ricapitalizzazione a breve della stessa.
Ora il futuro delle due società che, negli anni passati, sono state la ciambella di salvataggio delle imprese edili, modenesi e reggiane, facenti riferimento al movimento cooperativo (Sicrea e Siteco nascono come new.co delle cooperative Reggiane Cmr e Orion e delle cooperative Modenesi CdC e Cooperativa di San Possidonio), appare alquanto fosco visto che, notizia di questi giorni, alla loro sede è anche stata staccata la corrente elettrica per morosità.
Ed è con profonda delusione che svariate maestranze, in questi giorni, si stanno rivolgendo alle sedi sindacali per presentare telematicamente le dimissioni per giusta causa (in quanto, in entrambe le società vi sono ritardi nel pagamento delle buste paga di oltre due mesi) poiché sfiduciate dall’andamento delle due società e dalle varie governance che si sono susseguite negli ultimi anni.
Sfiducia che, in svariati casi, è sfociata in rabbia e frustrazione poiché, come più volte dichiarato da molti lavoratori nelle assemblee sindacali tenutesi nelle due aziende. Gli amministratori che man mano se ne sono andati dalle due società, lasciandole impantanate in una grave situazione di crisi lavorativa ed economica, sono stati tutti ricollocati in posizioni dirigenziali all’interno di aziende del mondo cooperativo.