Riaprire gradualmente dalla prossima settimana i 22 centri diurni per disabili, presenti sul territorio provinciale, sulla base di un protocollo in grado di assicurare tutte le sicurezze sanitarie.
Le prime riaperture potrebbero iniziare già da lunedì 15 giugno, come prevede il progetto predisposto da Uffici di piano, direzioni di distretto e aree fragili dei sette territori provinciali insieme ai gestori. Il piano è stato illustrato da Federica Rolli, direttore delle attività socio-sanitarie dell’Ausl di Modena, nel corso della Conferenza territoriale sociale e sanitaria che si è svolta in videoconferenza lunedì 8 giugno.
«Il progetto – ha sottolineato Rolli – è stato stilato seguendo le linee guida indicate dalla Regione e sulla base dei decreti del Governo sulla fase 2. Sono previste regole precise, riguardo al distanziamento e sul contingentamento degli accessi per piccoli gruppi al massimo composti da cinque utenti, alternati nell’arco della giornata o in giorni diversi. In queste settimane abbiamo ricevuto numerose richieste da parte delle famiglie di poter di nuovo usufruire di un servizio fondamentale, dopo la chiusura a causa dell’emergenza Covid-19; le persone disabili hanno sofferto più di tutti l’isolamento forzato e la sospensione delle attività dei centri».
Il piano, che riguarda circa 400 persone disabili, utenti dei centri diurni, fornisce indicazioni per la riorganizzazione degli spazi e dei percorsi, prevede una valutazione dei progetti proposti dai gestori per la ripartenza, il monitoraggio dell’andamento delle attività, la programmazione personalizzata, screening sierologici ai fruitori dei servizi e agli operatori, interventi mirati clinico-assistenziali e la definizione di procedure di intervento in caso di manifestazione sintomi; in programma anche incontri con le famiglie, giornate di formazione per gli operatori e la collaborazione con gli enti gestori nella definizione di contenuti abilitativi e informativi per ospiti e famiglie.
Sui centri diurni per anziani, invece, ha spiegato Rolli, «per ora siamo in attesa delle indicazioni regionali, anche se sono già ammessi interventi individuali, ma non nei centri che condividono spazi con le residenze».
Nel corso della Conferenza, il presidente Gian Carlo Muzzarelli, a nome di tutti i sindaci, ha sottolineato lo sforzo di tutta la sanità modenese in questi mesi difficili e l’importanza di riavviare in sicurezza «questi servizi così importanti per le famiglie e per gli utenti più fragili», parte fondamentale di una «rete sanitaria integrata territoriale che rappresenta un autentico valore aggiunto da rafforzare», concetti ripresi da Giovannni Battista Pasini, sindaco di Lama Mocogno, e da Luca Prandini, sindaco di Concordia che ha evidenziato la necessità di riaprire i servizi per i disabili per dare un sollievo alle famiglie e garantire una nuova socialità agli utenti, mentre Francesco Menani, sindaco di Sassuolo, ha giudicato positivamente il lavoro svolto per riavviare gradualmente questi servizi con tutte le cautele necessarie «perchè l’epidemia non è finita».
Durante la discussione Alberto Bellelli, sindaco di Carpi, ho riproposto il tema della dimissioni ospedaliere protette, mentre Michele Goldoni, sindaco di S.Felice sul Panaro e Sauro Borghi, sindaco di S.Prospero, hanno chiesto un incontro tra i responsabili dell’Ausl e l’Unione dei Comuni dell’area nord per discutere l’applicazione del piano sul territorio.