In merito al tema dei test sierologici sollevato da Confapi Emilia e il mancato riconoscimento al lavoratore della malattia nei giorni di attesa dell’esito di un tampone per accertare l’eventuale positività da Covid-19 ancora presente, la Cgil di Modena ritiene che non sia accettabile far ricorso alle ferie del lavoratore per coprire il periodo di auto-isolamento a cui è costretto in attesa del tampone e dell’esito dello stesso.
La Cgil sollecita Confapi e tutte le associazioni datoriali a non strumentalizzare la paura dei lavoratori e le loro fragilità e richiama le associazioni datoriali ad una assunzione di responsabilità in una fase delicata come questa.
Infatti, l’unica strada percorribile, secondo la Cgil, è che il lavoratore che effettua su base volontaria il test sierologico, in attesa di un provvedimento governativo che tuteli il lavoratore stesso in auto-isolamento, sia retribuito a carico dell’impresa per i giorni di assenza.
Lo stesso vale per i lavoratori fragili non soggetti a legge 104, ma maggiormente esposti a rischio di aggravamento in caso dovessero contrarre il Covid.
Per queste persone attualmente non è prevista nessuna tutela, cioè questi lavoratori vengono sospesi dalle aziende in modo cautelativo, ma senza diritto ad alcun tipo di indennità di malattia.
Anche per loro serve una tutela economica che purtroppo oggi non è presente nel nostro ordinamento e perciò la Cgil sollecita Governo e Regione a trovare una soluzione. Anche questi lavoratori sospesi devono essere a carico dell’azienda, e non utilizzare ferie o permessi per la sospensione.
Poi sorgono anche alcuni dubbi sulla mancanza di tutele in caso di segnalazione da parte della App Immuni di esser stati a rischio contatto con una persona positiva, a oggi il lavoratore-cittadino per senso civico deve mettersi in auto isolamento senza però nessun tipo di tutela economica. Ancora una volta, chi paga questa assenza dal lavoro? Non può essere il lavoratore !