Un quadro chiaro ed esaustivo di quanti nuovi pozzi esplorativi potranno essere aperti in Emilia Romagna vede fissato a quota 35 “i permessi di ricerca già concessi per scavare pozzi esplorativi, e 14 istanze di autorizzazione, ancora pendenti, per trivellare in aree non interessate da alcuna attività mineraria.
Sul tavolo del ministero dello Sviluppo Economico, infatti, come risulta sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi, al momento risultano 35 autorizzazioni già approvate per effettuare “indagini geofisiche e perforazione del pozzo esplorativo” nel territorio regionale, allo scopo di individuare eventuali giacimenti di combustibile fossile, come petrolio o metano”.
Si tratta di autorizzazioni – si legge in un articolo del Fatto Quotidiano – che “si sommano alle altre 14 istanze, sempre relative all’Emilia Romagna, che al momento sono al vaglio della giunta guidata da Vasco Errani, in attesa di approvazione. E se per ora ogni nuovo ‘via libera’ a trivellare è stato sospeso proprio dalla Regione in virtù di quei fenomeni sismici che secondo la commissione Ichese “potrebbero essere stati innescati” dalle trivelle degli impianti petrolifici di Cavone (Modena), non c’è provincia che esuli dalla possibilità di vedere l’avvio, un giorno, di un pozzo esplorativo per la ricerca di idrocarburi”.
Ecco i siti
Bastiglia, Cento, Crocetta
San Vincenzo, torrente Nure
Jolanda di Savoia, Casale Cocchi, La Prospera, Santa Margherita
Torrente Parma, Podere gallina, Ponte Diavolo, Ponte dei Grilli, Monteluro
Bibbiano, Sassuolo
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