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“Se avessi qui Mussolini”, esce il nuovo libro storico di Fabio Montella

da | Mar 17, 2018 | Mirandola | 0 commenti

Cosa è stata la comunità italiana a Ginevra e in Alta Savoia tra gli anni Venti e Trenta del Novecento? Lo racconta nel libro “Se avessi qui Mussolini” Fabio Montella, responsabile dell’ufficio stampa del Comune di Mirandola e collaboratore de il Gruppo studi Bassa modenese e dell’Istituto storico di Modena.

Dalle carte della polizia segreta escono i nomi dei più noti esuli antifascisti. Lussu, Rosselli, Pacciardi, Chiostergi, Reale, Garosci, solo per citarne alcuni, e un’infinità di storie di vita di personaggi oggi dimenticati. Repubblicani, socialisti, liberali, cattolici, comunisti, anarchici e giellisti, alle prese con una rete di infiltrati confidenti del regime sempre più pervasiva. Teatro di questa epopea di passione e lotta politica i caffè, i ritrovi, le adunanze pubbliche, i negozi e le case di una città, Ginevra, al centro di una fitta rete di rapporti internazionali.
Dalle tracce del passaggio del giovane rivoluzionario socialista Mussolini, intorno alle quali durante il regime si consumò un’oscura vicenda di spionaggio, alla strana storia del fratello dell’attentatore bolognese del Duce, espatriato come anarchico e divenuto confidente dell’OVRA grazie all’attrice della quale si era innamorato, ella stessa infiltrata tra gli antifascisti in esilio per screditarne la reputazione.
Una comunità variegata e spesso litigiosa quella dei fuorusciti, ma anche in grado di erigere e gestire per anni la colonia estiva di Saint-Cergues, in Alta Savoia, rifugio di antifascisti provenienti da tutta Europa. Un seme di solidarietà che diede i suoi frutti più maturi quando la stessa ex colonia durante la Seconda guerra mondiale divenne asilo sicuro per molti bambini ebrei in fuga dai nazisti, in attesa di trovare la salvezza oltre il confine con la Svizzera.

Una ricerca condotta principalmente sui fascicoli della polizia segreta conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma, e i documenti degli Archivi di Giustizia e Libertà e del Fondo Fernando Schiavetti, entrambi depositati presso l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana.

 

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