Trentacinque episodi criminali, da ottobre 2017 a gennaio, nove auto rubate, un inseguimento con speronamento dell’auto della polizia di Stato. Rapine, lesioni, utilizzo improprio di carta di credito, furti a scuole e ambulatori medici. Tutto questo a 16-17 anni. La squadra mobile di Modena (insieme ai colleghi di Ravenna e Faenza) ha fermato una baby gang da tempo attiva sul territorio della città emiliana. Cinque le misure cautelari applicate, nei confronti di minorenni tunisini: tre sono stati collocati in comunità, gli altri due in un carcere per minori. Come spiega all’Ansa il vice questore aggiunto Marcello Castello, i cinque in più di una occasione “hanno usato violenza inaudita, per esempio trascinando a terra la vittima di una rapina”. In una perquisizione la polizia è riuscita a recuperare i loro cellulari, trovandovi all’interno le riprese dei reati commessi. Determinante per identificare i componenti della baby gang è stato il pentimento di uno di loro, che ha permesso di identificare gli altri.
La nota della Polizia
La Polizia di Stato di Modena, in collaborazione con la Questura di Ravenna, ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna, nei confronti di cinque minorenni, di origine nord africana, tre dei quali sottoposti alla Custodia Cautelare Personale del Collocamento in Comunità, mentre gli altri due alla Custodia Cautelare in Carcere in Istituto per Minori.
L’indagine della Squadra Mobile ha avuto origine a seguito di una esponenziale crescita di delitti predatori, consumati prevalentemente nell’area nord della città, a partire dal mese di ottobre 2017, riconducibili ad una “baby gang”, formata da soggetti dagli spiccati tratti somatici dei cittadini del nord Africa specializzata nella consumazione di delitti predatori. Sono ben 35 i reati a loro contestati.
Il gruppo agiva in concorso e in modo seriale, talvolta usando violenza, si impossessava di autovetture che utilizzava per perpetrare scippi, furti con destrezza e rapine ai danni prevalentemente di donne e anziani. Al termine delle azioni delittuose, abbandonava i veicoli, a volte incidentati nel corso di inseguimenti ingaggiati con le Forze di polizia.
L’incessante attività investigativa ha permesso di risalire a tutti i componenti del gruppo criminale grazie anche all’enucleazione ed elaborazione delle impronte digitali rilevate tempestivamente dalla Polizia Scientifica sui veicoli rubati ed abbandonati, nonché all’esame dei tabulati telefonici e delle immagini di videosorveglianza, ai video e alle fotografie in cui gli stessi si immortalavano alla guida o all’interno dei veicoli oggetto di furto. Alcuni elementi del gruppo erano stati arrestati in flagranza nel corso di una delle innumerevoli scorrerie, che nel tempo avevano destato un notevole allarme sociale in città tanto che della questione si era occupato anche il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica presieduto dal Prefetto.
I cinque soggetti sono altresì indagati per una serie di furti all’interno di edifici pubblici, quali scuole, palestre ed ambulatori medici, per aver cagionato alle vittime lesioni personali anche gravi, con prognosi di trenta giorni, per aver impattato con violenza contro un lampione della pubblica via durante un inseguimento con la Squadra Volante, cercando successivamente di investire gli operatori per guadagnarsi la fuga e per aver distrutto e deteriorato una autovettura di servizio nel tentativo di sottrarsi alla cattura.
Nel corso dell’attività investigativa sono stati raccolti elementi probatori anche a carico di altri tre soggetti facenti parte del sodalizio criminale, due minorenni ed un maggiorenne, deferiti alla A.G. competente in quanto le loro posizioni giuridiche sono ritenute più attenuate rispetto agli altri componenti.